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I confini della medicina di montagna si allargano sempre più in rapporto all’evoluzione del turismo montano: ne sono un esempio i cambiamenti climatici che impongono di spostare i comprensori sciistici a quote più elevate.

L’evoluzione dell’assistenza sanitaria e l’utilizzo dei mezzi aerei e di supporti telematici (trasmissione a distanza di dati medici) hanno esteso gli interessi della medicina di montagna anche all’organizzazione sanitaria in territorio montano.



La medicina di montagna si può dire nata sulle cime che circondano la Valle d’Aosta. Alla fine dell’Ottocento la Capanna Vallot a 4364 metri sul Monte Bianco e la Capanna Regina Margherita a 4556 metri sul Monte Rosa ospitarono le prime ricerche sul mal di montagna. Angelo Mosso è studioso conosciuto e ricordato in tutto il mondo per le sue pionieristiche ricerche sull’ipossia (la diminuzione dell’ossigeno) e sull’ipocapnia (la diminuzione della anidride carbonica).



L’epopea della conquista degli ottomila impose anche in Italia la necessità di approfondire le conoscenze sull’alta quota e, successivamente, sulle medie quote, vista la sempre maggiore frequentazione della montagna tra 1000 e 3000 metri da un crescente numero di soggetti. Tra essi non solo atleti o sportivi, ma anche bambini, anziani, sedentari e portatori di patologie croniche, che hanno allargato il campo di indagine. Ci si è anche interessati alle patologie da freddo, agli sport alpini, al soccorso in ambiente ostile, montano o ipogeo.



Congresso Internazionale di Medicina di Montagna:

Una Montagna di Salute



È organizzato dalla Società Italiana di Medicina di Montagna e dall’Associazione Valdostana Medici di Montagna, in collaborazione con l’Azienda USL della Valle d’Aosta, l’Assessorato alla Sanità, Salute, Politiche Sociali, e il Soccorso Alpino Valdostano. Si svolgerà a Cogne dal 2 al 4 giugno 2005 e vuole fare il punto sulle singolarità che i problemi di salute, sia acuti sia cronici, presentano in un ambiente fortemente caratterizzato come quello montano.



Sei sessioni di lavoro e tre tavole rotonde per parlare di fisiologia di montagna, di patologie croniche dei residenti e dei non residenti in montagna, di patologie acute negli sport alpini, di organizzazione dei servizi socio-sanitari e di soccorso in montagna, con particolare riguardo all’elisoccorso.



Due lezioni magistrali, per approfondire le conoscenze sulla genetica delle popolazioni tibetane e per ricordare i pionieri della medicina di montagna sul Monte Bianco e sul Monte Rosa. Un programma denso di contenuti con relatori francesi, svizzeri e italiani.

Questo appuntamento valdostano si propone come irrinunciabile non solo per fisiologi e medici soccorritori, ma anche per tutti coloro che operano sul territorio e nelle strutture sanitarie delle terre alte.



Info:

www.medicinadimontagna.it







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