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La sfida del Cai a 150 anni dalla Fondazione può essere quella di coinvolgere sempre più persone nelle attività in montagna e di svolgere un ruolo attivo nella prevenzione dei tumori.Se ne è parlato sabato 1 giugno a Lanzo Torinese in un convegno dal titolo “Prevenzione dei tumori: il ruolo del Cai”, promosso dalla commissione medica del Cai Ligure, piemontese e valdostano, dalla sezione Cai di Lanzo Torinese e dalla Rete oncologica Piemonte e Valle d’Aosta.

Che l’attività fisica e un’alimentazione sana e corretta siano i pilastri delle raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) per la prevenzione dei tumori è stato ribadito da alcuni dei relatori, tra i quali l’epidemiologo Franco Berrino, il chirurgo senologo e oncologo Maria Piera Mano e la dietologa nutrizionista Etta Finocchiaro. Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni, con mezz’ora di camminata veloce o attività fisica equivalente, dal ballo alla bicicletta, dallo sci di fondo all’escursionismo al nordic walking, ha la valenza di una prescrizione, non solo per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, ma anche per il cancro.
L’attività fisica praticata regolarmente e corretta alimentazione sono utili non solo nella prevenzione primaria (prima che insorga il tumore), ma anche nella secondaria, per prevenire cioè le recidive del tumore.

La prevenzione si attua con un’organizzazione assistenziale adeguata, offrendo ai pazienti reali possibilità di cambiamenti nello stile di vita, come ha sottolineato Oscar Bertetto, direttore della rete oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, ampliando le relazioni, come il nome stesso di rete sottintende, e creando situazioni per vivere insieme momenti di cambiamento, per esempio in programmi creati ad hoc con le attività del Club Alpino Italiano. Tali attività fisiche devono poi essere “adattate”, in base ad eventuali patologie e al grado di allenamento di chi le pratica, ma l’ambiente montano in cui si svolgono sono un plus per il benessere psico-fisico dei partecipanti.

Alle prescrizioni si può rispondere con un no, con «l’opposizione a ciò che è sentito come imposto», come ha spiegato la pedagogista Francesca Avalle, ma in presenza di un cambiamento negativo della propria vita, (una malattia grave, un lutto, il licenziamento), le persone possono rispondere in modo positivo, dimostrando eccezionali capacità creative e trovando nuove opportunità. Le proposte del Cai possono inserirsi a pieno titolo in questo processo di risposta creativa (chiamato “resilienza”), prospettando opportunità di cambiamento, in ambienti ricchi di bellezze naturalistiche e storico- artistiche come solo la montagna può offrire, e non ultimo per importanza, in gruppo.

A conclusione del convegno sono state illustrate le proposte delle Valli di Lanzo, sia in inverno, ciaspolate e  sci di fondo, sia in  estate con le escursioni e il nordic walking. Daniela Majrano, sindaco di Viù ha infine illustrato il percorso “Santi e demoni” che nella valle di Viù collega vari comuni per scoprire gli aspetti paesaggistico, geologico, botanico, faunistico, storico religioso del territorio. Le attività del Cai di Lanzo come motore per invogliare le persone a frequentare la montagna e ad abbandonare la sedentarietà possono quindi diventare un esempio di “buona pratica”, come le azioni di montagna terapia e le attività con persone diversamente abili, come ha ricordato Franco Finelli, chirurgo, presidente della commissione medica del Cai ligure-piemontese e valdostano.

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