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A Lago Maggiore LetterAltura è andato in scena il primo incontro del pubblico con Carlo Grande, giornalista e scrittore di Torino e Marc Batard, alpinista e scrittore francese. Sotto l'attenta guida di Lorenzo Scandroglio, un nutrito gruppo di persone ha seguito l'evento nella cornice di Piazza Ranzoni, a Verbania Intra e così il Festival ha innescato il suo contatto diretto con il cuore della città.

"Le montagne non ci rendono necessariamente migliori": queste le parole con cui Carlo Grande ha esordito. "La quota di frequente suscita e stimola i nostri lati migliori, ma solo se essi sono già latenti". Frasi incisive dell'autore torinese che hanno immediatamente innescato un dibattito e una riflessione, orientando l'incontro verso un breve viaggio tra il mondo in quota e gli effetti pscio-sociali della sua frequentazione. Una montagna come serbatoio di valori, quindi, in cui l'uomo può approfondire la conoscenza di se stesso, in cui luci e ombre della sua personalità si mantengono.

La parola è poi passata all'alpinista francese Marc Batard. Classe 1951, egli divenne celebre a partire dal 1978 compiendo in rapida successione una serie di salite sul Monte Bianco. Nel 1998 inserì nel suo palmarès tre 8000: raggiunse la vetta dell'Everest in meno di ventiquattro ore. Al pubblico di LetterAltura Batard ha confidato: "La montagna mi ha dato tutto. Grazie a essa ho potuto conoscere e incontrare me stesso, la mia sessualità: ho capito cos'ero".
L'alpinista e scrittore francese ha confermato la sua intenzione di risalire sulla vetta dell'Everest, questa volta non per cercare un nuovo record, bensì per tornare in un luogo ricco di ricordi.

La prima colazione con gli autori di LetterAltura 2008 si è conclusa con una riflessione sui temi dell'ecologia. Alle considerazioni di Carlo Grande – per 7 anni direttore della rivista ecologista Italia Nostra – relative alle energie rinnovabili e al rapporto uomo-ambiente-paesaggio, è seguita la serafica considerazione di Batard: "Sui temi legati all'ecologia trovo venga attuato un forte abuso. E' un argomento oltremodo mediatizzato. Penso che la priorità sia un'altra: essa sta tra le persone, nei rapporti sociali vissuti nelle periferie".

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