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Pieve di Cadore è stata nominata Citta’ della cultura per l’anno 2004. La designazione della quarta edizione del concorso bandito dalla Regione Veneto, che premia con 20 mila euro il miglior progetto di programmazione dell’offerta culturale presentato da un comune non capoluogo di provincia, è stata resa nota dall’assessore regionale alla cultura ed all’identità veneta Ermanno Serrajotto. Un premio – sottolinea Serrajotto – voluto dalla Regione come momento di stimolo e sostegno all’impegno degli enti locali per una programmazione culturale incentrata soprattutto sulla valorizzazione dell’identita’ culturale del territorio”. Il comune di Pieve è stato quindi premiato per gli sforzi di questi anni, indirizzati ad una qualifica dell’offerta culturale. Hanno certo fatto la differenza eventi come il “Pieve di Cadore Film Festival” e la Fondazione centro studi Tiziano e Cadore.



Il sindaco della cittadina, Roberto Granzotto, durante la conferenza stampa organizzata per comunicare l’assegnazione dell’importante l’importante titolo, ha anticipato le intenzioni dell’amministrazione. Il comune farà marcia indietro sul terreno dei piccoli eventi organizzati nel territorio comunale per investire le risorse sui grandi appuntamenti e sulla loro alta qualità. Fu il comune a prendersi carico dell’organizzazione dell’intrattenimento in piazza, al fine di sopperire alle carenze dovute al fatto che il comitato turistico non era più in attività e nessun altro si prese la responsabilità di gestire i piccoli eventi mondani del paese, salvo le consuete sagre paesane e altre iniziative di privati. “Lo sforzo dev’essere di tutti – ha affermato Granzotto – e noi, nel nostro, abbiamo deciso di curare tutte le opere d’eccellenza. Il piccolo intrattenimento dovrà essere gestito da terzi, il successo arriva grazie ad un lavoro di squadra”.



Puntare all’eccellenza vuol dire anche non avere un ritorno immediato. Ci sono voluti sette anni, almeno, a Pieve per veder coronato con un titolo di tutto rispetto il lavoro che la giunta comunale ha sempre appoggiato: far diventare Pieve una piccola capitale culturale. Per questo è servito investire su una nuova piazza, sul sito archeologico a lato del municipio che ha riportato alla luce una porzione della domus romana conservata sotto terra e anche sulla nascente struttura che ospiterà il museo dell’occhiale e una sala conferenze e proiezioni. Parallela è la strada che sta seguendo la Fondazione centro studi Tiziano e Cadore: quando sarà terminato il piano superiore della sede, che ospiterà un centro di documentazione sul sommo pittore, Pieve dovrà diventare tappa obbligata per ogni studioso e appassionato. È solo l’inizio, questo, di un percorso che la cittadina cadorina vuole intraprendere e dove ogni ente dovrà metterci del proprio.



Incontri con gli autori, grossi eventi (come il “Pieve di Cadore Film Festival”) e le manifestazioni che saranno organizzate intorno alla diga di Sottocastello saranno i punti su cui l’amministrazione comunale intende investire, da qui in avanti. Pieve potrà essere presentata con un marchio di qualità in più, la prima cosa che un turista straniero cerca quando pensa alle proprie vacanze. Rimangono da affrontare tuttavia molti problemi di valorizzazione turistica che impediscono il decollo di Pieve e di tutta l’area del Centro Cadore, in primis una mancata promozione collettiva, che rischia di svilire singole lodevoli iniziative.







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