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Ostana è appollaiata su un balcone affacciato sulla valle Po. Valle stretta e ripida, dove scorre il maggiore fiume in Italia, è un paese al sole, come ricorda il suo sindaco, Giacomo Lombardo, che di determinazione è maestro. Il sole splende mentre racconta una ennesima vicenda di difficile insediamento in montagna.

Siamo nel paese dove si è svolta la vera storia raccontata ne "Il vento fa il suo giro", un film su una famiglia che veniva dai Pirenei, per allevare capre e fare formaggi, per vivere – per scelta – in un paese di montagna. L'ostilità di alcune persone, il carattere poco diplomatico del francese neo residente hanno fatto naufragare l'esperimento.

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Ora si presenta, nello stesso comune, un caso analogo. Il sindaco è' pronto a convocare il Gabibbo o le Jene per sciogliere un apparentemente insolubile nodo burocratico. Roberto Miretto è un giovane di Revello, che un bel giorno ha avuto la strana idea di aprire un'attività agrituristica in alta valle Po. Il dilemma sta nella richiesta che Miretto ha fatto per un finanziamento europeo, per ottenere il quale è necessaria la residenza sul fondo che conduce.

Per una banalità burocratica (nessuno era in casa quando i carabinieri sono andati a verificare che la sua famiglia vivesse all'indirizzo previsto ad Ostana),Miretto quel giorno era nei campi a piantare patate, al lavoro, come tutti, il comune di Revello gli rifiuta il trasferimento di residenza.  Però, se questo intoppo prima o poi si risolverà, altri problemi sono di più difficile soluzione. Con l'aiuto del comune Miretto ha trovato terra e casa. Per mettere insieme 6000 metri su cui piantare fragole sono stati aggregati fondi appartenenti a 40 diversi proprietari. L'eccessivo frazionamento fondiario è senz'altro uno dei problemi da affrontare per ogni amministratore di montagna.

Giacomo Lombardo ha affrontato questo nodo avviando il censimento dei terreni e degli immobili vincolati da usi civici, proponendo l'acquisto delle proprietà ai titolari dei diritti, ed espropriando quelle non più reclamate. Ma è fondamentale non scoraggiare chi vuole ritornare a lavorare in queste valli abbandonate da troppi anni.

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