Select Page

Gli Spalti del Toro visti da Vedorcia (foto Paolo Ciotti)Non poco clamore ha suscitato la recente reazione di Piero Zandegiacomo De Lugan, presidente del Consorzio turistico di Auronzo, che ha perso la pazienza davanti alle previsioni del tempo sempre negative, e soprattutto sempre sbagliate per l’arco alpino orientale, con l’effetto di allontanare i turisti, spesso verso il mare. E allora si è deciso e ha scritto alle tv protestando: «Sulle Dolomiti il meteo della sera mette sempre il simbolo della nuvoletta. Il giorno dopo, in realtà, c’è il sole. Per voi cambierà poco. Ma noi senza turisti non facciamo affari». Previsioni sbagliate, insomma. Un problema ancora più importante visto che gli italiani amano sempre di più la scampagnata di uno o due giorni rispetto alla vacanza lunga. E quando le ore a disposizione sono poche, la clemenza del tempo diventa davvero decisiva. Eppure i nuovi strumenti sono molto più precisi di una volta e limitano il margine di errore, per il giorno successivo, al 10 per cento. E allora dov’è il problema? «In realtà – spiega Andrea Giuliacci, meteorologo di Canale 5 – è vero che noi parliamo spesso di piogge su Alpi e Appennini in generale, anche se magari poi piove sull’Appennino toscano e non su quello ligure. Ma se dovessimo spiegare in televisione la situazione in tutta l’Italia, zona per zona, ci vorrebbero ore. E invece noi abbiamo solo 3 o 4 minuti a disposizione».

Anche la grafica può ingannare. Se si prevede sole con la possibilità di qualche annuvolamento sporadico, in tv compare subito il simbolo della nuvoletta. E gli spettatori pensano ad una giornata tutta con il cielo coperto. «Ma la nuvoletta – precisa Giuliacci – viene inserita anche se c’è la possibilità di un’acquazzone nelle ore centrali della giornata. Il fatto è che la cartina non va mai scollegata dal testo, perché è lì che si dà l’informazione completa. Noi spesso lo diciamo proprio: “sarà una bella giornata a parte qualche pioggia”, oppure “i temporali non guasteranno il fine settimana”. Ma è impossibile mettere una cartina per ogni ora del giorno».

In montagna, poi, le cose diventano ancora più complicate. Come spiega Francesco Leone, anche lui meteorologo: «Le previsioni sono più difficili perché i fenomeni sono più localizzati: in un’area piove tanto e magari nella valle vicina splende il sole». E poi c’è un secondo problema: «Nelle altre stagioni i fenomeni sono più estesi e marcati, cioè più prevedibili. Il discorso cambia d’estate: il tempo è molto più instabile per le infiltrazioni pomeridiane di aria fresca». Senza contare che errori non sono certo a senso unico: «Gli albergatori – dice Giuliacci – si lamentano quando diciamo che piove e invece c’è il sole. Ma quando succede il contrario e la fregatura la prendono i turisti?».

E’ certo che le nostre Dolomiti non godono d’estate della stabilità atmosferica invernale, quando di fatto risultiamo addirittura la zona d’Italia con il maggior numero di giorni con tempo soleggiato!! Questo ultimo aspetto credo sia gravemente sottosfruttato, turisticamente parlando, nelle nostre valli: la differenza tra le umide, nebbiose ed inquinate città e la lucentezza del cielo invernale nella purezza dell’aria cristallina in ambiente dolomitico è tale che potrebbe conquistare l’interesse di ampie fasce di utenti cittadini non necessariamente interessati agli sport invernali tradizionali ma potenzialmente attratti da salubri passeggiate al sole o semplicemente dal riposo in ambiente puro ed incontaminato.

Tuttavia d’estate il maltempo lo si deve preventivare spesso e ci si deve di conseguenza attrezzare: non sono nuove in Cadore ed Ampezzo le proposte di assicurazioni per i turisti contro il maltempo o l’organizzazione di intrattenimenti adeguatamente attrezzati per il rischio pioggia.

Chi frequenta e conosce le nostre montagne sa adattarsi anche all’instabilià metereologica estiva scegliendo, per es. le prime ore del mattino per le proprie escursioni, o adeguandosi ad itinerari meno pericolosi ed esposti, consapevoli che il rischio maltempo fa tuttavia parte del “gioco” della montagna ed anche sapere adattarsi ad esso, scongiurando situazioni di pericolo, è idice di maturità ed umiltà degli appassionati della montagna dolomitica: chi scappa al mare non sa quello che si perde.





Share This