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Il prossimo 18 aprile, l’alpinista valdostano Hervè Barmasse volerà in Nepal con Daniele Bernasconi. L’obiettivo della cordata italiana è la vetta del Nuptse, a quota 7861 metri. Un salita al limite dell’impossibile.

La scors estate Hervé veniva sottoposto a un delicato intervento alla colonna vertebrale. “Quando si chiude la porta della sala operatoria alle tue spalle, pensare di ritornare a scalare e ad allenarti sembrano sfide impossibili”.

Come di frequente accade, a prevalere è stata la tenacia del montanaro, la motivazione e la volontà. Hervé, a distanza di otto mesi dall’operazione, è pronto per affrontare la parete sud del Nuptse, 7861 metri. La stessa montagna sulla quale Chris Bonington e Valery Babanov scrissero alcune delle loro imprese più importanti.

“Non ho mai pensato che non sarei più tornato in montagna, ma sul come avevo molti dubbi. Il segreto è nella passione per le cose che facciamo e che amiamo più di noi stessi, cose di cui non possiamo fare a meno e che ci danno il coraggio di affrontare anche gli ostacoli più difficili”.

Una scalata in alta quota senza corde fisse, senza ossigeno e senza altri aiuti esterni su una parete che negli ultimi anni ha visto svariati tentativi, tutti falliti, per riuscire nella prima salita in stile alpino di questa montagna.

“Dicono che l’obiettivo è troppo ambizioso, ma cosa importa? Se fossi certo della possibilità di riuscire in questa scalata non partirei nemmeno. L’alpinismo è un gioco, l’importante è giocare pulito. Ho voglia di scalare, ma anche di capire, farmi un’idea e raccontare attraverso la fotografia ciò che incontrerò a Katmandu e nella valle del Khumbu a un anno dal terremoto che ha sconvolto il Nepal, un paese caro a tutti gli alpinisti”.

 

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