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A “Beyond the edge” della neozelandese Leanne Polley il Grand Prix des Festivals-Conseil de la Vallée d'Aoste, massimo riconoscimento assegnato nell'ambito del Cervino CineMountain Festival.

Il concorso, 17esima edizione, a cui partecipano le pellicole premiate o in concorso nei principali festival internazionali, si è chiuso sabato scorso 16 agosto a Valtournenche. La giuria, composta da Alessandra Miletto, direttrice della Film Commission Valle d'Aosta, Pierre Simoni, già direttore del Festival di Les Diablerets, e Simone Bachini, produttore, ha premiato la pellicola realizzata nel 2013 in occasione del sessantesimo anniversario della prima ascensione dell’Everest. “Beyond the edge” (“al di là del confine”, quello fisico della montagna e dell’altissima quota, e quello mentale, dell’esplorazione di un luogo mai raggiunto prima dall’uomo) amalgama una parte girata in 3D sulle Alpi neozelandesi e ai piedi dell’Everest con attori, tra i quali Chad Moffitt, perfetto nel ruolo di Sir Edmund Hillary e Sonam Sherpa, guida nella riserva del Mount Cook, nella parte di Tenzing Norgay, con filmati e fotografie originali del 1953 di George Lowe, restaurati e trasformati in 3D. Non mancano infine numerose interviste, tra le quali quelle ai figli dei protagonisti della storica ascensione.

La ricostruzione tiene conto del contesto storico, restituendo la conquista dell’Everest come una vittoria non solo dell’Impero britannico, paradossalmente portata a compimento da un apicoltore neozelandese e uno Sherpa, ma anche dello spirito di squadra contro le ambizioni personali. Nello stesso tempo descrive perfettamente le dure condizioni che i due scalatori affrontarono con l’equipaggiamento dell’epoca e “anche ricostruire l'avventura di questi primi uomini sulla cima più alta del mondo non è impresa da poco”, recita la motivazione della giuria. Un riconoscimento più che meritato per la pellicola già presentata ai festival internazionali di Toronto e Trento e vincitrice di un New Zealand Film and Tv awards e del  Gran prix del Mendi film festival.

Non a caso allo stesso film è andato anche il premio Sony per la migliore fotografia: il direttore della fotografia è Richard Bluck, con alle spalle le esperienze nella lavorazione de “Il signore degli anelli” e di “Avatar”, per citare solo le più famose.

Il premio Cai per il miglior film di alpinismo e arrampicata è andato a “Two on K2” (Polonia, 2013, 46 minuti) di Dariusz Zaluski sull’ascensione del K2 di Gerlinde Kalterbrunner e Ralf Dujmovits, perché, come si legge nella motivazione della giuria «ha saputo unire sapientemente il lieve racconto di una relazione sentimentale a quello di una grande impresa alpinistica, riuscendo a farci vedere come l’una possa sorreggere e guidare l’altra. Un film di alpinismo classico su due dei suoi migliori interpreti, lontano dai facili entusiasmi, dalle necessità televisive e dalla ricerca dello spettacolo».

Il premio Vie de montagne
per il miglior film etnografico è stato assegnato a “Cronaca di una vita semplice” (Italia, 2014, 50 minuti) di Fabio Gianotti e Silvia Bongiovanni “per aver saputo raccontare lo spopolamento delle valli alpine”, nello specifico quella della valle Stura di Demonte, in provincia di Cuneo. I

ll premio Montagne d'Italia
per il miglior film italiano in concorso è andato a “Vincersi” (Italia, 2014, 46 minuti) di Mirko Giorgi e Alessandro Dardani dedicato ai climbers non vedenti del Cus di Bologna. «Con delicatezza e scevro da qualunque ricerca di facile effetto, il film porta a conoscere l’emozionante percorso umano e sportivo di questi atleti, la straordinaria forza di spingersi oltre le difficoltà e verso l’appiglio successivo, in parete come nella vita.Un film che riempie di stupore ed emozione per le doti sportive e umane dei protagonisti, per la profondità del rapporto con gli istruttori, per la grande valenza educativa e sociale di questa esperienza».

il premio Bell'Italia
per il miglior film sul patrimonio culturale e territoriale d'Italia a “Voci dalla Val Montone” (Italia, 2014, 58 minuti) di Massimo Alì Mohammad sulle tradizioni dell'Appennino romagnolo. Infine una menzione speciale è stata attribuita a 'Pierre Mazeaud, la vie en face(s)' (Francia, 2013, 53 minuti) di Gilles Chappaz che «ricostruisce il percorso eccezionale dell'alpinista e dell'ex Ministro».

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