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Sabato 20 agosto ai piedi del Col Malatrà è stato inaugurato il nuovo rifugio intitolato al beato Pier Giorgio Frassati, patrono della Giornata mondiale della gioventù di Sidney del 2008. Il rifugio è stato costruito da più di duemila volontari dell’Operazione Mato Grosso.

Fino a un’ottantina per turno, nei mesi estivi degli ultimi tre anni, i volontari si sono succeduti a prestare la loro opera completamente gratuita. Sotto la supervisione di due o tre esperti, muratori, elettricisti e idraulici qualificati, anch’essi volontari, i giovani hanno trasportato materiali vari dall’alpeggio di Tsa des Merdeux, una cui parte era stata adibita a campo base, fino al rifugio, hanno raccolto pietre nei dintorni per completare i rivestimenti dei muri, hanno impastato cemento e prestato opera di manovalanza in genere. Altri volontari addetti alla cucina si sono alternati a preparare i pasti per rifornire di energie i compagni.

L’organizzazione missionaria “Operazione Mato Grosso” con finalità sociali, nata in Val Formazza nel 1967, gestisce altri rifugi alpini, sia in Italia, in Valgrisenche, in Val Camonica, in Val Saiento e in Val Formazza, sia in Perù, sullo Huascaràn e sul Nevado Pisco. Il ricavato della gestione di queste strutture viene interamente devoluto alle missioni in America Latina.

Il rifugio, che disporrà a lavori ultimati di una sessantina di posti letto, si trova poco sopra il Lac Merdeux ai piedi del Col Malatrà e della catena di montagne che si affacciano, dall’altro versante, sulla Val Ferret. È posto sul percorso dell’Alta Via numero 1 della Valle d’Aosta e spezza la lunga tappa che da Couchepache va al rifugio Bonatti attraverso il Col Malatrà. Il rifugio sarà gestito dall’Operazione Mato Grosso dal prossimo giugno, mentre è già fruibile il locale invernale, incustodito.

Alla cerimonia inaugurale erano presenti il presidente della Regione Valle d’Aosta Augusto Rollandin, l’assessore regionale al turismo Aurelio Marguerettaz, il sindaco di Saint-Rhémy-en-Bosses Corrado Jordan, il sindaco di Etroubles Massimo Tamone e più di duecento ragazzi dell’organizzazione “Operazione Mato Grosso” in rappresentanza degli oltre duemila che in trenta settimane si sono alternati nel lavoro di costruzione del rifugio.

Al taglio del nastro hanno affiancato le autorità anche Carlo Corigliano, ingegnere responsabile e supervisore della costruzione del rifugio, Francesco Cantini e Marco Caprotti, responsabili del cantiere, Andrea Marcoz, architetto progettista del rifugio e Fulvio Marcoz, gestore dell’alpeggio di Tza des Merdeux. La Santa Messa è stata concelebrata da don Luciano Danna, parroco di Saint-Rhémy-en-Bosses, don Nicola Corigliano, vice parroco di Saint-Martin de Corléans, don Angelo Pellissier, parroco di Valgrisenche e da don Marco Calvo della diocesi di Casale Monferrato, missionario in Ecuador. Una folla di più di seicento persone ha seguito la manifestazione.

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