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Presentati ad Aosta i dati del monitoraggio 2005 dei ghiacciai valdostani, seguiti momento per momento dalla “cabina di regia”, organismo con sede presso la Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur. La “cabina di regia dei ghiacciai valdostani” coordina le azioni svolte da ARPA Valle d’Aosta, Comitato Glaciologico Italiano, CNR –IRPI di Torino, Unione Valdostana Guide Alta Montagna e Soccorso Alpino Valdostano, e Parco Nazionale del Gran Paradiso.



Il dato più eclatante dei rilievi del 2005, è l’arretramento della fronte di tutti i ghiacciai monitorati, mediamente di ben 30 metri all’anno. Neppure da trascurare, soprattutto per possibili rischi di tracimazione verso aree abitate, sono i fenomeni di erosione e i laghi glaciali, scoperti con le riprese fotografiche.

Per tutti i 38 ghiacciai valdostani, infatti, sono state effettuate riprese fotografiche da capisaldi fissi per ottenere immagini confrontabili nel corso degli anni. Di 9 ghiacciai è stata rilevata la posizione frontale mediante GPS e su 12 è stata valutata la perdita di spessore netto. Gran parte delle misurazioni sono state effettuate da un gruppo di guide alpine, appositamente formate, nell’ambito di due corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo.



Alcuni ghiacciai sono stati seguiti ancor più strettamente, con tre interventi di monitoraggio continuativo. Il primo riguarda i seracchi pensili del massiccio del Monte Bianco seguiti mediante una telecamera installata sulla cresta della Tour Ronde e dedicata alla guida alpina di Ayas Paolo Obert. Il secondo riguarda il ghiacciaio del Rutor, per la determinazione del bilancio di massa, che valuta la differenza tra gli accumuli di neve e le perdite totali di neve e ghiaccio nel corso di un anno. Nel 2005 il Rutor ha perso in media uno spessore di ghiaccio quantificabile in circa un metro e mezzo di acqua su tutta la sua superficie. Nella zona di ablazione (la fronte del ghiacciaio) le perdite di spessore del ghiaccio sono state di ben sei metri. Il terzo intervento, svolto in collaborazione anche con il Politecnico di Torino, riguarda il monitoraggio del ghiacciaio di Pré de Bar, con una tecnica nuova, chiamata Lidar, che consiste nell’elaborazione tridimensionale di immagini acquisite con il laser.



Significative le serie di immagini storiche presentate da Augusta Vittoria Cerutti per illustrare l’evoluzione storica di alcuni ghiacciai. Si tratta non solo di fotografie, ma anche di incisioni di inizio e metà Ottocento, disegnate da capisaldi storici, che ben ci fanno vedere l’evoluzione dei ghiacciai Lex Blanche, Brenva e Pré de Bar negli ultimi secoli, e la loro drammatica riduzione degli ultimi anni. L’iconografia è consultabile sul sito www.regione.vda.it

La continuità dell’attività della cabina di regia è già assicurata da una delibera della Giunta regionale che prevede anche l’inserimento sul sito Internet della Regione della Banca dati glaciologica valdostana.

Oriana Pecchio







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