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Il calandron in Bearn è un apprendista, e la calandreta è anche un uccello, l'allodola. Un'idea di libertà, a partire dalle proprie radici; per questo spesso le Calandretas, hanno nomi di alberi: come Ametliér (il mandorlo), Garriga (la macchia), Falabreguiér ( il bagolaro), Seuvèstre (la silvestre)… Ma andiamo per ordine. Occitania a Pè, tappa 54. Siamo a fine ottobre e per la prima volta ci rendiamo conto di cosa voglia dire camminare con la pioggia, quella battente, che non molla neanche per un minuto e trasforma i sentieri in rivoli. Fradici e infreddoliti, facciamo l'intera percorso in mattinata, senza sosta; il resto della giornata lo trascorriamo pigramente nella gite d'etape di Roquefixade ad asciugare noi stessi e i nostri abiti davanti al camino. E con i piedi appoggiati sulla pietra calda accanto al fuoco, ho tempo di fare una lunga chiacchierata con MariaeAnne Brun, insegnante in una Calandreta. Ci è capitato più volte di essere accompagnati da bambini e maestri di queste particolari scuole associative presenti nel sud della Francia: si tratta di piccole realtà, che colpiscono però per la loro vitalità e originalità, e che ancora una volta mettono di fronte allo straordinario valore del mondo associativo francese.

Da quanto tempo esistono le calandretas e qual è la loro peculiarità?
La prima Calandreta fu fondata a Beziers, nel 1989. Oggi, che stiamo per festeggiare i trent'anni di vita di queste realtà, le scuole sono circa cinquanta e accolgono bambini a partire dai due anni e mezzo. L'obiettivo primario è quello di trasmettere la lingua occitana; a questa principale peculiarità si aggiungono altre due importanti caratteristiche: il metodo pedagogico e il lato associativo.

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Quanti sono i bambini che vivono in questo momento l'esperienza della calandreta?
Nella mia scuola di Pamiers (Ariège) ci sono cinquanta bambini. In totale sono duemila a frequentare le Calandretas in tutto il sud della Francia. Ci sono poi due collegi (equivalgono alle nostre medie inferiori, nda) vicino a Montpellier e a Pau.

Che metodo di insegnamento viene utilizzato per quel che concerne la lingua?
Molti genitori dei bambini che frequentano le Calandretas non parlano l'occitano… i nonni lo parlavano, ma non lo hanno insegnato ai figli. Il nostro obiettivo è quindi quello di trasmettere la lingua del territorio, dato che questo spesso non viene più fatto dalle famiglie. Lo facciamo attraverso un'immersione precoce in questa lingua. Da quando entrano nella scuola, i bambini sentono parlare soltanto occitano e dopo un mese capiscono tutto senza bisogno di dover passare attraverso il francese. Tutte le materie vengono spiegate in occitano. Poco a poco cominciano ad usarlo tra di loro. Lettura e scrittura si apprendono prima in occitano e poi le abilità acquisite si applicano sul francese; a partire dai sette anni esiste poi un insegnamento specifico sul francese scritto.

Perché si tratta di scuole ricercate anche da chi non è particolarmente interessato alla lingua locale?
Molti apprezzano le Calandretas perché utilizzano il metodo pedagogico di Célestin Freinet, basato sulla responsabilità e la cooperazione. Sono scuole piccole dove lavorano nella stessa classe alunni di età diverse. Quello che succede è che ognuno si abitua ad andare avanti nel proprio lavoro, anche quando l'insegnante non si occupa di lui, perché sta spiegando altre cose; e in certi casi i più grandi aiutano i più piccoli. Questo porta a degli ottimi risultati sia in termini di apprendimento che di capacità relazionali. E i genitori giocano un ruolo importante…
Una terza caratteristica di queste scuole, come dicevo, è il lato associativo. Non abbiamo finanziamenti statali. Le Calandretas sono scuole private, che nascono a partire da un'associazione di genitori. A livello regionale o dipartimentale ci sono delle federazioni di Calandretas, confederate a loro volta a livello nazionale. I genitori si investono fortemente nel lavoro della scuola; per avviarla occorre trovare i locali, cercare una collaborazione con il Comune, trovare gli insegnanti (questo viene fatto a livello di federazione) e il personale; poi occorre comunicare con l'esterno, far conoscere il progetto ad altri genitori per avere un numero sufficiente di alunni. Spesso allo scopo di raccogliere dei finanziamenti si organizzano serate, concerti, cene.

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In quanto privata la Calandreta non rischia di essere una scuola d'elite?
Esiste una carta delle Calandretas, dove è sancita la gratuità di questa scuola; in realtà spesso occorre mettere dei soldi. Tuttavia non sono mai stati rifiutati dei bambini i cui genitori non potessero sostenere le spese. Chi non può mettere denaro solitamente dona del tempo, occupandosi per esempio di preparare i pranzi o fare le pulizie.

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