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Potrebbe essere l’exploit dell’anno in altissima quota: la discesa in sci del Couloir Hornbein dell’Everest. È l’obiettivo di Edmond Joyeusaz, capo spedizione, Francesco Civra Dano e Gianluca Marra, tutti della Società guide alpine di Courmayeur.
Il Couloir Hornbein taglia verticalmente per 3000 metri la parete nord dell’Everest. Lo statunitense Tom Hornbein nel 1963, in coppia con Willy Unsoeld, che condivise con lui l’intera impresa, ne risalì solo la parte terminale dopo essere sbucato dalla spalla della cresta ovest. Seppure con l’uso dell’ossigeno, i due portarono a termine un’impresa unica per l’epoca, la traversata da ovest a sud del tetto del mondo. Il couloir fu salito integralmente la prima volta nel 1980 dai giapponesi Takashi Ozaki e Tsuneoh Shigehiro, tanto che è anche conosciuto come Couloir dei Giapponesi. Nel 1986 lo completarono in stile alpino, senza ossigeno né corde fisse, e in sole 42 ore Erhard Loretan e Jean Troillet.

La vera sfida consiste non solo nella salita, ma nel ridiscendere dalla cima con gli sci, una prima assoluta.  Marco Siffredi, snowboarder estremo di Chamonix, l’aveva tentata con lo snowboard nel 2001, dopo essere riuscito l’anno prima nella discesa del vicino Couloir Norton. Era scomparso nel vuoto poco sotto la cima. Era però salito in vetta dalla via “normale” dal Colle Nord e non aveva potuto studiare la via di discesa. L’ascensione per la via di discesa è infatti fondamentale nello sci ripido, per conoscere il terreno e valutare dove passare. I problemi che le guide di Courmayeur si troveranno davanti non saranno solo quelli oggettivi della montagna, come le condizioni della neve, il pericolo valanghe, il maltempo, il vento, ma anche quelli soggettivi di avere così tanta forza nelle gambe e lucidità di testa per affrontare una discesa che non è alla portata di molti neppure a bassa quota. Il couloir ha infatti un’inclinazione media tra i 45 e i 55  gradi, ma la parte iniziale è molto più ripida (fino a 70 gradi!) e stretta, secondo la relazione resa a ExplorersWeb dello svedese Lars Kronlund  che effettuò l’ascensione nel 1991.

Edmond Joyeusaz, 52 anni, oltre che guida alpina è formidabile sciatore, ex azzurro di sci, maestro e allenatore federale di sci alpino, con ventennale esperienza in Himalaya. Ha effettuato nel 1999 la prima discesa in sci dallo Shisha Pangma e nel 1998 aveva partecipato alla spedizione valdostana al K2, tentandone la discesa con gli sci.

Francesco Civra Dano e Gianluca Marra, 30 e 27 anni, sono rispettivamente guida alpina e aspirante guida, con un lungo curriculum di sci ripido. Lo scorso maggio hanno effettuato la prima discesa della via Anderson al Mont Maudit, ma non hanno esperienza al di sopra dei 5000 metri di quota. Dalla loro un grande entusiasmo e una grande volontà di riuscire, qualità che unite alle capacità tecniche su discese intorno ai 55 gradi, li hanno fatti scegliere per la spedizione.

La spedizione partirà martedì 31 agosto e dopo l’avvicinamento sono previsti venti giorni di acclimatamento, durante i quali saranno installati tre campi. La spedizione che è definita “eco-scalata” si propone anche di ripulire dalle immondizie di precedenti spedizioni la via di salita e la morena della via normale tibetana.

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