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Quante sono le persone che in Italia hanno sofferto di mal di montagna acuto? Per rispondere a questa domanda è stato creato il questionario Al.P.I.

Lo ha ideato un gruppo di ricercatori provenienti da diversi settori medici: neurologia, cardiologia, ematologia, fisiologia dello sport, terapia intensiva, tutti interessati alla creazione del primo registro nazionale sul male acuto di montagna (AMS).
Lo scopo del progetto AL.P.I. (acronimo di AL.titudine e P.atologia in I.talia) è quindi quello di creare, nella prima fase, un registro che raccolga una base di dati cui attingere per identificare sul piano epidemiologico la prevalenza di elementi predisponenti al male acuto di montagna (AMS). E’ la prima volta che in Italia si costituisce un gruppo di lavoro con tali finalità e, pertanto, risulta fondamentale il contributo di coloro che accetteranno di partecipare al progetto, per determinare la portata del problema e, nel prossimo futuro, consentire l’elaborazione di protocolli di studio e strategie di prevenzione per permettere a tutti di frequentare in maggior sicurezza le nostre montagne.

Ma cos’è il questionario Al.P.I ?
«Si tratta di un semplice questionario, accessibile via web attraverso il sito della Società Italiana di Medicina di Montagna (www.medicinadimontagna.it), oppure tramite il link https://epid-prod.ifc.cnr.it/alpi/index.php?sid=52174 o reperibile in formato cartaceo nelle sedi CAI. Le domande sono relative alle abitudini di frequentazione della montagna e ad eventuali problemi di salute che i singoli soggetti hanno potuto presentare durante le loro attività. E’ rivolto pertanto a chi frequenta la montagna sia per ragioni professionali (guide alpine, maestri di sci, operatori del soccorso alpino ecc.) sia per motivi turistici o amatoriali.», ha risposto Lorenza Pratali, cardiologa del CNR di Pisa, tra i responsabili del progetto.

Al momento mancano studi su questa patologia in Italia. Diversamente, in ambito internazionale, sono disponibili ricerche su questa patologia effettuate in altri paesi, sia dell’arco alpino che extraeuropei. «E’ proprio per questo che è importante disporre di studi sulla popolazione italiana per poter confrontare i dati con quelli di altre realtà. Il progetto ha riscontrato un importante interesse scientifico ed è stato patrocinato oltre che dalla Società Italiana di Medicina di Montagna, dal CAI attraverso la sua Commissione Centrale Medica e dall’Azienda USL della Valle d’Aosta. Il progetto sta avendo anche una buona adesione da parte di coloro che frequentano la montagna, tuttavia maggiore sarà la sua diffusione sul territorio maggiore sarà la "forza" dello studio, quindi è importante continuare a diffonderlo nelle diverse realtà che compongono il variegato mondo degli appassionati di montagna.», spiega ancora Lorenza Pratali.

L’obiettivo è di avere almeno 1500-2000 questionari compilati. Lo sviluppo immediato sarà l'identificazione, sul piano epidemiologico, degli elementi che predispongono al mal di montagna acuto nelle persone che frequentano la montagna per sport o per lavoro, per poi arrivare all'elaborazione di linee guida nazionali per la prevenzione e la cura.
I risultati saranno comunicati innanzitutto sotto forma di articoli scientifici sulla stampa specializzata, ma anche sulla stampa nazionale di settore per sensibilizzare la popolazione sulla frequenza e sulla gravità delle principali complicanze che possono insorgere in alta quota. Questo progetto infatti vuole avere anche la finalità pratica: poter aiutare concretamente coloro che più si espongono al rischio di sviluppare il mal acuto di montagna.

foto archivio P.Garanzini

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