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In questi giorni si è saputo del ritrovamento, 35 anni dopo, di Günther, fratello di Reinhold Messner, a 4600 m sul lato Diamir del Nanga Parbat (8125 m, Pakistan). Quattro anni fa un osso, ora gli scarponi e una giacca riconosciuti da Reinhold.

La polemica, innescata dai compagni tedeschi di quella spedizione che accusavano l’altoatesino di aver abbandonato il fratello in difficoltà nei pressi della vetta, raggiunta dal terribile versante Rupal, pareva così definitivamente chiusa dando ragione a Reinhold che diceva di aver perso il fratello sotto una valanga mentre scendevano dal versante Diamir.



E invece no. In un’intervista a Der Spiegel, il tedesco Max von Kienlin, rilancia: “Spero

che ci sia un’indagine scientifica che verifichi l’appartenenza dei resti a Günther. Ma quand’anche ciò fosse provato non c’è modo di sapere quando e dove sia morto”. E Albert Völkmann, portavoce dell’ex compagno di spedizione Hans Saler rincara: “Le informazioni sono ancora scarse, ma sembrerebbe che Günther sia in qualche modo finito sul versante Diamir. Ma non sappiamo dove e nemmeno come sia morto”.

articolo tratto dalla pagina quindicinale “Montagne” a cura di L. S. edita da Lorenzo Scandroglio, il Giornale 21 agosto 2005







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