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Una variante stradale all’abitato di Cortina d’Ampezzo, una strada che tagli fuori l’abitato dal traffico. Una soluzione gettonata in questi ultimi anni, che come sempre non manca di sollevare – assieme ai consensi – “se” e “ma”.

L’Anas Spa ha presentato il progetto preliminare. La Cipra Italia – Commissione Internazione per la Protezione delle Alpi ha presentato un documento con diverse osservazioni in merito all’opera che bocciano, di fatto, il progetto.



Secondo quanto si legge nel documento diffuso, un intervento di questo tipo risulterebbe di forte impatto ambientale ed onerosità ed abnorme rispetto all’obiettivo dichiarato di limitare il traffico di avvicinamento e di transito dalla località ampezzana.



Una “valutazione decisamente negativa”, quella che la Cipra fa della “SS51 Alemagna – Variante all’abitato di Cortina d’Ampezzo”, adducendo una serie di motivi.

In primis l’impatto con l’ambiente e il paesaggio che l’opera viaria avrebbe, con svincoli, tunnel, cavalcavia e tutto il necessario.

Poi c’è la questione dei costi:oltre 440 milioni di euro a preventivo per una singola circonvallazione; cifra verosimilmente destinata a crescere.

Per quel che riguarda l’ambiente, secondo Cipra, la strada avrebbe il ruolo di attirare traffico in zona, soprattutto pesante, con conseguente aumento dell’inquinamento in una zona che, stando alle più recenti cronache, non ha ultimamente brillato per limpidezza dell’aria.



Un’altra delicata questione si lega al fatto che la variante, se realizzata, potrebbe davvero assecondare “la formazione di un nuovo corridoio di transito dei mezzi pesanti, alternativo e parallelo al percorso autostradale del Brennero”.

Così “l’esito inevitabile di questa opera è quello di attestarsi lungo un nuovo sistema stradale di attraversamento alpino, in sostanziale contrasto con il Protocollo Trasporti della Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi, un trattato vincolante nell’ambito del quale i Paesi alpini hanno convenuto circa l’inopportunità di un aumento delle capacità per il transito stradale, impegnandosi a perseguire il trasferimento della crescente domanda di mobilità verso altre modalità di trasporto, in particolare ferroviarie”.



Un’opera titanica, sulla quale la Cipra invita l’amministrazione (dal ministero al sindaco di Cortina) a riflettere e ponderare, proponendo un’alternativa fornita dall’esempio della Val Venosta dove, la scorsa estate, è stato ripristinato il servizio di collegamento ferroviario Merano – Malles. Il treno della Val Venosta sta avendo un riscontro assolutamente sopra le aspettative e riconosciuto dall’intera comunità venostana, che con la nuova ferrovia non ha ricevuto solo un nuovo servizio, ma anche un impulso economico legato all’arrivo di nuovi flussi turistici. Il ripristino dell’intera tratta ferroviaria di 60 km, inclusa la fornitura dei treni, è costato 116 milioni di euro, ovvero un quarto dei costi preventivati per la sola circonvallazione stradale di Cortina.

(red)







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