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il podio del gigante di Adelboden (foto L.Lorenzini)Adelboden (CH), 14 gennaio 2003 Una giornata ricca di sorprese quella di ieri, 14 gennaio, sulle nevi svizzere di Adelboden. In scaletta uno dei più bei giganti del circuito. A partire dal vincitore della gara, Hans Knauss, da tempo lontano dal podio in questa specialità. Ma la grande attesa, nel piccolo paese dell’Oberland Bernese, era tutta per il “maestro” Michael Von Grünigen, che con questa gara ha salutato il pubblico elvetico: è il suo ultimo slalom gigante di coppa in Svizzera. La sua eleganza, unita ad una potenza straordinaria, ancora una volta lo ha portato tra i primi, con un fantastico secondo posto finale, esattamente a dieci anni dalla sua prima vittoria su questo tracciato (era 9° nella prima manche). A completare il terzetto, un altro campione dello sci, il norvegese Kjetil Andre Aamodt, ancora capace di risultati in ogni specialità, nonostante i numerosi calendari bianchi alle spalle.

Hermann Maier nella zona di arrivo (foto L.Lorenzini) La giornata gigante di Adelboden ha visto il ritorno alle competizioni di Hermann Maier, rientro annunciato lo scorso fine settimana a Bormio. Il colosso austriaco è partito alla grande e nei primi 20 secondi di gara sembrava capace di un risultato straordinario. Ma ben presto è apparso stanco, meno reattivo ed ha chiuso con un 31° posto finale (non si è qualificato per la seconda manche). A vincere, in questo caso, è lo sport dello sci, recuperando un grande protagonista che a tutti i costi vuole continuare a svolgere la professione a lui più cara nella vita. “In bocca al lupo Herminator!”.

Per la cronaca, la prima manche vede uscire Bode Miller e Stephan Eberharter, i leader della generale di coppa, il cui duello si chiude quindi a punti invariati. Conduce le danze Didier Cuche, vincitore su questa pista nel 2002; Michel Von Grunigen (foto L.Lorenzini) Reich è secondo a 32/100. Alle sue spalle un fantastico Massimiliano Blardone (34/100 da Cuche), sostenuto dai numerosi fans accorsi sin qui dalla vicina Val d’Ossola. La sorpresa di giornata si chiama Karlsen: partito con il pettorale n.50 agguanta, nella prima sessione l’11ma posizione.

Alle 13 scatta la seconda manche. La zona d’arrivo di Adelboden è in delirio, con un pubblico che trasmette un calore ed un entusiasmo unici per questo sport. Qui in Svizzera la Coppa del Mondo è sentita e le migliaia di persone presenti festeggiano i loro atleti e quelli delle altre squadre, celebrando un legame con la neve e le discipline invernali, unico al mondo. E lo testimonia il coro rivolto a Lasse Kjuss appena giunto sul traguardo: “Happy Birthday to you, happy …..”. Il norvegese si inchina commosso.

Massimiliano Blardone (foto L.Lorenzini) 9 La seconda manche si accende con la discesa di Aamodt: per lo speaker è “new best time”. A seguire lo svedese Frederic Nyberg, che salta a metà gara; poi Karlsen, in ritardo, ma comunque entusiasta per la sua grande prestazione. Ma sullo schermo, al traguardo, ora compaiono i baffetti del maestro, pronto al cancelletto di partenza, e tra il pubblico è immediato fragore. Von Grünigen è in vantaggio e le ultime traiettorie disegnate sul muro finale, lo conducono davanti a tutti sulla linea del traguardo. Primo…. sembra di essere alle olimpiadi.

Tra rovinose cadute – Slopy su tutti – ed errori per gli atleti in gara, si arriva ad Hans Knauss che pare volare tra i cambi di pendenza di metà tracciato, riuscendo a difendere il vantaggio guadagnato nel corso della prima manche. Il podio finale a questo punto è disegnato e per i tifosi italiani ha il sapore dell’amaro. Massimiliano Blardone è artefice di una seconda prova praticamente perfetta e recupera sui migliori nella parte centrale, nonostante una lieve uscita dalla traiettoria ottimale, cui risponde con elasticità reattiva. Eccolo apparire sul muro finale. Purtroppo, in una porta verso destra, si inclina rovinosamente e per restare in pista è costretto quasi ad arrestarsi: sul traguardo è ottavo. Ma questo nostro campione si sta facendo sempre più grande e le sue lacrime, nel dopo gara, non trasmettono un lamento, bensì un’ incontenibile voglia di podio. I suoi tifosi questo lo sanno, i suoi preparatori conoscono il potenziale e la serietà del suo impegno. La vittoria è sempre più vicina, per Max che è più forte della sfortuna.





Coppa del mondo 2003: classifiche generali

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