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Avevano a disposizione ancora qualche giorno di permesso per salire il Lhotse, per tentare la salita e la discesa, ma viste le condizioni della montagna e le previsioni pessime, la guida alpina Edmond Joyeusaz insieme a Federico Colli hanno deciso di sospendere la spedizione per motivi di sicurezza.

Neve fonda e vento hanno condizionato fortemente la loro faticosissima progressione. Nei primi giorni sono riusciti ad “aprire” il passaggio nell’ice fall in stile alpino, un’impresa mai riuscita negli ultimi venti anni, un risultato che li ha resi particolarmente orgogliosi.

Hanno fatto il possibile, di più non era accettabile, i pericoli di valanghe era troppo evidenti. L’alpinismo è un’attività che di per sé accetta una certo rischio, i pericoli oggettivi fanno parte del gioco, ma c’è un limite oltre il quale non si deve andare, la ragione deve prevalere sull’ambizione, perché la vita è un bene prezioso.

Prima di andare via però sono riusciti a sciare, lo scopo della spedizione era proprio questo. Federico ha realizzato una bellissima discesa nell’ice fall, la seconda dopo il maestro di sci sloveno Davo Karnicar che nel 2000 scese per primo dalla cima dell’Everest.

Nonostante l’obiettivo finale non sia stato raggiunto, l’esperienza ventennale di Edmond in questo tipo di progetti, unita alla forza fisica e alla freschezza atletica di Federico, hanno reso questa esperienza comunque fantastica. Un vero team affiatato e determinato, in sintonia fin dall’inizio. In questi due lunghi mesi di permanenza in alta quota Eider ha fornito l’equipaggiamento tecnico che ha consentito di affrontare la neve, il vento e il freddo che sono stati davvero intensissimi.

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