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Non solo sport, sci, neve e turismo. Alla Fabbrica del Vapore di Milano, durante il Festival Milano Montagna il prossimo 6, 7 e 8 ottobre, ci sarà spazio anche per l’installazione di Marco Nones, l’artista della Val di Fiemme che sulle Dolomiti ha fondato RespirArt, il Parco d’Arte più alto del mondo. Nones, già premiato a Expo 2015 per una sua installazione d’arte, si presenterà nuovamente a Milano con un’opera che profuma di legno, realizzata in abete, mostrando in anteprima ai visitatori del festival l’installazione che sarà ospitata nell’estate 2017 proprio dal Parco d’arte RespirArt, a 2.200 metri di Pampeago, sulle pendici del Latemar, paradiso dell’Unesco.

L’installazione di Marco Nones intitolata “Tutti dormono sulla collina” è ispirata all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. L’opera è infatti un’antologia in tre dimensioni, dove tutti possono leggere o immaginare le storie di vita di alcuni alberi della Val di Fiemme.

“Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charles, il debole di volontà,
il forte di braccia, il buffone, l’ubriacone, l’attaccabrighe?
Tutti, tutti, dormono sulla collina”. Cit. Edgar Lee Masters

Come i protagonisti dell’Antologia di Spoon River, gli alberi di Marco Nones dormono sulla collina. Ma se ci soffermiamo a esplorare la corteccia, i nodi, gli anelli o, semplicemente, se intravediamo un carattere fra le loro più elementari forme, possiamo immaginare la loro storia. “Tutti dormono sulla collina” è un’antologia, una testimonianza non attendibile, e perlopiù romanzata, della loro esistenza. Marco Nones riscrive per i suoi alberi il brano più famoso dell’opera di Edgar Lee Masters con queste parole: “Uno morì di siccità, uno morì fulminato, uno fu ucciso dai parassiti, uno morì di vecchiaia, uno cadde sfinito dopo che la ruspa gli recise le radici. Tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina”.
Marco Nones indaga da sempre le forme elementari che racchiudono complessità stupefacenti.
L’organizzazione spontanea della materia, secondo l’artista, invita l’uomo ad affidarsi ai gesti naturali che sorgono da profondità inconsce come a completare un disegno.
Marco Nones “scolpisce il vuoto” intorno a rami, radici e cortecce per celebrare l’intelligenza di movimenti e ispessimenti che hanno accompagnato un’estenuante ricerca di luce. Le sue installazioni lasciano trionfare i più affascinati esempi di design naturale.

Il professor Philippe Daverio, a proposito dell’arte di Nones, ha sottolineato: “Nulla è più epico, per l’artista, che affrontare il massimo della creazione, la massa della creazione, l’ergersi della creazione, il contrasto degli elementi della creazione, cioè l’alta montagna”.

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