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Il lupo è tornato in Valle d’Aosta, forse perché nella vicina Svizzera la vita per lui sembra sia alquanto dura. Per conviverci si preparano linee guida insieme agli allevatori.
L’abbattimento di una femmina di lupo in Val di Goms a fine ottobre ha suscitato la reazione del Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, tanto da fargli sollevare la questione alla Nona Conferenza della Convenzione delle Alpi, tenutasi il 9 novembre ad Alpbach, in Austria.

La Svizzera, benché non sia sottoposta alle direttive comunitarie sulla salvaguardia del lupo, come firmataria della Convenzione di Berna sulla difesa degli animali selvatici in Europa, è tenuta a considerare il lupo una specie protetta. In Valle d’Aosta ci sono stati avvistamenti di lupi negli ultimi anni e l’Assessorato all’Agricoltura ha già elaborato un piano per la tutela della specie. Paolo Oreiller, responsabile del settore “Flora, Fauna, Caccia e Pesca” del Dipartimento risorse naturali e forestali lo ha illustratto: <In base ad avvistamenti e segnalazioni degli ultimi anni e ad alcune predazioni su greggi di pecore, lo scorso anno abbiamo avviato un progetto di monitoraggio. Dalle tracce e dall’analisi degli escrementi e dei peli, effettuata presso l’Università di Berna, abbiamo la certezza della presenza di 2 o 3 esemplari di lupi, probabilmente non ancora stabili, ma in transito tra Francia, Svizzera e Piemonte.

La Valle d’Aosta è un carrefour anche sui percorsi dei lupi. Lo scorso agosto è stato ufficializzato il “Progetto Lupo” che prevede la prosecuzione del monitoraggio e, in collaborazione con gli allevatori, la stesura di linee guide per diminuire le predazioni sulle greggi. Pur essendo previsto un indennizzo per ogni capo predato, stiamo testando dei metodi di comportamento e l’utilizzo di cani particolari, pastori dei Pirenei o maremmani, addestrati proprio alla difesa del gregge contro i lupi>.  Al momento sono stati avvistati tre capi, di cui due nel territorio del Parco del Gran Paradiso e uno nella Valle del Gran San Bernardo. La presenza stanziale del lupo dovrebbe comunque limitarsi per le caratteristiche del territorio, a  tre o quattro capi in tutta la regione.

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