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Nell'anno mondiale della biodiversità va diffusa la consapevolezza che l'agricoltura naturale e biodiversa, svolge un ruolo determinante sul piano ecologico e va sostenuta attivamente “dal basso” con  i consumi etici le catene brevi di approvvigionamento alimentare.
In montagna il tema è decisamente importante: la biodiversità garantisce la stabilità dei pendii, mette a disposizione acqua, cibo, legna e piante medicinali e offre spazi ricreativi. Un quarto della biodiversità mondiale si trova sulle montagne.
 
Il Protocollo sull'Agricoltura di montagna allegato alla Convenvione delle Alpi, mette bene in evidenza il nesso tra il mantenimento della diversità genetica e un'agricoltura realmente sostenibile. In montagna, dove gli i condizionamenti ambientali, climatici ed orografici sono così evidenti, il mantenimento di razze adatte all'ambiente – in grado di utilizzare le risorse foraggere locali – è condizione essenziale per il mantenimento delle strutture agricole.

Sono i contadini, i pastori, i piccoli allevatori delle Alpi che possono salvare la biodiversità agricola. Perché è la loro risorsa, perché senza di essa risulterebbero del tutto disarmati di fronte all'agribusiness e a world food system. Salvando sè stesso il contadino da un contributo a salvare il pianeta.

Protocollo agricoltura Convenzione delle Alpi

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