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Alle incisioni ed ai siti rupestri della Valcamonica è dedicata una mostra inaugurata recentemente a Milano nella Cripta di S.Maria della Vittoria, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, aperta fino al prossimo 9 gennaio.

L’esposizione conduce il visitatore a ripercorrere, su base interattiva, la nascita e lo sviluppo dell’arte rupestre, che in Valcamonica conta oltre 90 siti e migliaia di rocce incise.

Le prime tracce di vita in Valcamonica risalgono al Paleolitico superiore, come dimostrato da una capanna di 13.850 anni fa, scoperta a Cividate Camuno. Le figurazioni rupestri appaiono nei millenni successivi, Neolitico e soprattutto Età del rame (IV-III millennio a.C.), con stele a massi-menhir sui quali sono incise armi, elementi di abbigliamento, scene di aratura e di caccia, animali e simboli solari. Le incisioni diventano più rare nell’ Età del Bronzo (Il millennio a.C.), ma riprendono nell’ Età del Ferro, dal IV secolo a.C., raffiguranti duelli, caccia, vita quotidiana, cerimonie religiose. Con il processo di romanizzazione l’uso di incidere la roccia si affievolisce, ma non scompare e permane anche dopo la diffusione del Cristianesimo.

In occasione dell’inaugurazione della mostra è stato anche presentato il sito Internet del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte e del Parco Archeologico Nazionale dei massi di Cemmo.





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