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I tagli previsti dalla nuova Legge Finanziaria in Italia, andranno ad incidere pesantemente sui bilanci degli oltre 4000 piccoli comuni della montagna italiana e delle 356 Comunità Montane del territorio. Secondo l’Uncem (Unione dei Comuni e degli Enti Montani) senza le necessarie risorse finanziarie, anche la nuova Legge sulla montagna (attualmente al Senato) diventerà un’operazione di pura immagine. L’Uncem, tramite il suo presidente Enrico Borghi, chiede al governo italiano che vengano destinati al Fondo Nazionale per la Montagna parte dei proventi della “tassa del tubo”, imposta che il Governo intende applicare per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche “con grandi reti di trasmissione dell’energia” e che in pratica verrebbe applicata alle grandi reti infrastrutturali coinvolgendo Eni, Snam, Enel, Terna e in generale le società di produzione e vettoriamento energetico.



“Il Governo pensa di utilizzare questi fondi per la tutela ambientale e la salvaguardia dell’ecosistema – sostiene Borghi – e noi siamo d’accordo. Ma se vuole essere federalista nei fatti, e non solo a parole, restituisca al territorio quanto esso concede e stabilisca che una percentuale di questa nuova imposta afferisca al Fondo Nazionale della Montagna per consentire a Regioni, Comuni e Comunità Montane di realizzare interventi in tali settori in pieno rispetto del principio di sussidiarietà”.

fonte: www.alpmedia.net







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