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Ha da poco compiuto i duecento anni, eppure non si sente vecchia: semmai utile, utilissima. È la la prima strada carrozzabile del Sempione, tra Vallese (CH) e Verbano Cusio Ossola (I). Venne fatta costruire da Napoleone Bonaparte per uno scopo non troppo nobile – sicuramente belligerante – vale a dire per il trasporto dei cannoni.



La via di attraversamento attuale conserva molti tratti della sua antenata bicentenaria, giacché è ricavata per buona parte sul tracciato dell’epoca. Per onorare la memoria del generale, una lapide commemorativa è stata inaugurata quest’anno (in occasione della cerimonia dell’8 luglio) sul passo dal consigliere di Stato vallesano Jean Jacques Rey Bellet e dal presidente della provincia del Vco, Paolo Ravaioli.



La strada è stata – e lo è ancora – un tratto d’unione fra due regioni; ha contribuito a sviluppare gli scambi commerciali e turistici fra la Svizzera e l’Italia: la crescente importanza di quest’asse nel 19mo secolo ha fra l’altro portato al traforo del tunnel ferroviario del Sempione, il cui bicentenario sarà festeggiato l’anno prossimo, nel 2006.



L’importanza del passo, già conosciuto dai romani 2000 anni fa, si è accresciuta nel 17mo secolo grazie a Kaspar Jodok von Stockalper, che istituì un primo collegamento postale settimanale a dorso di mulo fra Ginevra e Milano. Alla fine del 18mo secolo, l’importanza del Sempione diventa geostrategica. Il 7 settembre 1800, Napoleone Bonaparte decide che la strada fra Briga e Domodossola dev’essere resa praticabile ai cannoni. La nuova via militare deve permettere all’esercito francese di proteggere la Lombardia e di minacciare l’Austria sul fianco meridionale.



I lavori iniziano nel 1801 sotto la direzione dell’ingegnere Nicolas Céard. Il cantiere coinvolgerà in modo permanente circa 3000 operai, quasi tutti italiani. I vallesani esitano, a causa dei numerosi incidenti. Circa cento operai perderanno la vita sul cantiere.



I lavori sono ritardati dalle vertenze sorte fra gli ingegneri francesi ed italiani e Napoleone, diventato re d’Italia nel maggio 1805, perde la pazienza. Il Consiglio di Stato vallesano è costretto a requisire gli operai che i comuni sono reticenti a fornire. Alla fine dell’estate 1805 il traforo della galleria nelle gole di Gondo, lungo 222 metri, è terminato e il 16 settembre Nicolas Céard potrà scrivere: “Potete annunciare a sua Maestà Imperiale che le Alpi non ci sono più. Il Sempione è aperto e aspetto l’artiglieria”.

Occupato dalle sue conquiste, Napoleone non percorrerà mai la sua strada.(red/ats)





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