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In Valle d’Aosta è sotto osservazione un nuovo nido di gipeto. I tecnici dell’Ufficio per la fauna selvatica dell’Assessorato agricoltura e risorse naturali della Regione da due anni hanno avviato un programma di monitoraggio dei nidi di gipeto con il Corpo Forestale Valdostano.

«Siamo in attesa della deposizione dell’uovo – ha dichiarato Christian Chioso istruttore tecnico dell’Ufficio per la fauna selvatica – Di solito le uova sono deposte a fine gennaio, dopo la lunga stagione di accoppiamenti che va da fine novembre, dicembre a gennaio. I gipeti abitualmente utilizzano più nidi nel corso della loro vita, uno all’anno, e quest’anno ne hanno fatto uno nuovo in Valle di Rhêmes, proprio vicino ad una cascata, il cui accesso è stato chiuso con un’ordinanza del sindaco, per non disturbare gli animali durante la cova. Già lo scorso anno questa “famiglia”, probabilmente composta da una femmina e due maschi, aveva deposto un uovo da cui era nato un pulcino che però era morto dopo qualche giorno, cosa non infrequente nelle prime deposizioni. Quest’anno si spera che la nascita vada a buon fine: sarebbe il primo gipeto nato in libertà nel Sud delle Alpi dopo la reintroduzione a metà degli anni Ottanta».

Il gipeto scomparve sulle Alpi nel 1913 e l’ultimo esemplare fu ucciso proprio in Valle di Rhêmes. A metà degli anni Ottanta fu avviato il progetto di reintroduzione con rilasci ripetuti di esemplari nati in cattività, in quattro aree alpine protette: Alti Tauri, Engadina – Stelvio, Alta Savoia e Mercantour – Alpi Marittime, distanti tra di loro circa trecento chilometri. In Valle d’Aosta i gipeti sono arrivati lentamente, ma adesso sono frequenti gli avvistamenti non solo nel Parco del Gran Paradiso, ma anche in Valdigne, dove è sotto osservazione un’altra coppia nidificante.

«Esiste un protocollo di monitoraggio – spiega ancora Chioso – per avere più notizie possibili da ogni nido. Ci sono nidi semplici da seguire, altri si trovano in zone difficili da raggiungere, soprattutto d’inverno, perché in zone soggette a valanghe. Si osservano le interazioni tra gli individui, il periodo di cova e si capisce indirettamente quando nasce il pulcino, perché i genitori cominciano a portare cibo nel nido, o se il pulcino muore, perché abbandonano il nido. I pericoli maggiori sono rappresentati sia dagli elicotteri dell’eliski, che disturbano i gipeti nel periodo di cova, tanto che siamo riusciti a far modificare una rotta di volo, sia da certi fotografi che pur di fotografare gli animali nel nido li disturbano. Se la cova viene interrotta con le temperature a meno venti lo sviluppo del pulcino viene inevitabilmente compromesso».

foto di Rudy Rivelli, corpo forestale valdostano

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