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Svizzera –L’unità della Confederazione per l’encefalopatia spungiforme bovina (BSE) stila un bilancio globalmente positivo dell’applicazione delle misure di lotta contro il morbo della mucca pazza, ma sottolinea che nei macelli sussistono a volte lacune nel trattamento degli scarti a rischio. Dai controlli effettuati l’anno scorso in 78 macelli, è risultato che parti come il midollo spinale non sono sempre completamente separati dalla carne, come prescritto. Non si tratta comunque di errori sistematici, ma piuttosto di “sbadataggini”, sottolinea il rapporto anuale dell’Unità BSE.

Inoltre i contenitori destinati all’eliminazione delle parti a rischio non sempre portano la scritta specifica e a volte vengono usati per altri fini. I luoghi di lavoro dei grandi macelli sono così stati contaminati a più riprese. Visti i risultati, quattro di questi luoghi sono stati sottoposti ad un secondo controllo, che ha così permesso di constatare alcuni miglioramenti. L’unità BSE intende rafforzare ulteriormente i controlli nel corso dell’anno.

Riguardo ai foraggi per il bestiame, poi, sono state scoperte farine animali solo nello 0,3% dei casi su un campione di 1502 prelievi, contro un tasso dell’1,5% riscontrato nel 2002 e una media del 38% tra gli anni 1991 e 1999. L’unità BSE ha pure notato manchevolezze da parte delle società che controllano gli scarti a rischio. Non sono invece state riscontrate pecche presso le aziende che procedono all’eliminazione dei resti. Almeno lì…



Nessun caso nel 2004.Quest’anno non è ancora stata annunciata nessuna vacca pazza in Svizzera. Il calo del numero dei casi rilevati è inziato nel 1995, quando erano 68. Malgrado l’aumento del numero di controlli, nel 2001 sono stati regitati 42 casi di BSE, nel 2002 24 e nel 2003 21.

fonte: www.ticinonline.ch







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