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Il Parco confermato in Federparchi

Il Parco Nazionale Valgrande è stato confermato a Roma membro dell’assemblea di Federparchi, l’associazione che riunisce 140 soci tra Parchi nazionali e regionali, Riserve terrestri e marine, Amministrazioni e Associazioni varie, che gestiscono quasi 300 aree protette per una superficie superiore ai 2.500.000 ettari. La Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali, fondata nel 1989, è un`associazione volontaria di promozione sociale che opera – d`intesa con tutti i soggetti che agiscono nel campo della tutela e della valorizzazione dell`ambiente – per promuovere la creazione del sistema nazionale delle aree protette. Piena soddisfazione per il risultato è stata espressa dal presidente del Parco Valgrande, Alberto Actis, membro del consiglio direttivo di Federparchi.



Liberati due caprioli nel Parco

Sono stati liberati in località Cappella Porta (Caprezzo) due esemplari di caprioli, un maschio e una femmina, in precedenza curati nel Centro di recupero della fauna selvatica, convenzionato con la Provincia del Vco. I due caprioli erano giunti nel Centro di San Bernardino Verbano circa un anno fa, quando avevano pochi giorni di vita. Il maschio era stato trovato in Valle Agarina il 14 giugno 2003. Il secondo esemplare, la femmina, era invece stata ritrovata il 3 luglio dell’anno scorso a Pecetto di Macugnaga, con una grave ferita all’arto anteriore sinistro. Dopo le cure e un anno di riabilitazione i due caprioli hanno ritrovato la libertà nei boschi. Su richiesta della Polizia Provinciale, si è deciso di liberarli nel territorio del Parco Nazionale della Val Grande.



Avviate le ricerche sul rio Valgrande e Pogallo

Il Parco Nazionale Val Grande e l’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del Cnr hanno avviato un programma di ricerca relativo allo studio del Torrente San Bernardino volto a monitorare la composizione chimica e la fauna macrobentonica dei due Rii (Rio Valgrande e Rio Pogallo) che lo costituiscono.

I campioni d’acqua da analizzare verranno prelevati mensilmente dal Corpo Forestale dello Stato (sono previsti ulteriori campionamenti in situazioni idrologiche eccezionali quali le piene). L’obiettivo è quello di studiare le interazioni che avvengono tra rocce e vegetazione da un lato e acque meteoriche dall’altro e che determinano la composizione chimica delle acque dei due torrenti.

La ricerca condotta sui due corsi d’acqua si inserisce nel contesto di altri progetti di monitoraggio a livello internazionale attivati a seguito della Convenzione di Ginevra sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico. La ricerca durerà un anno; i primi campionamenti sono avvenuti già a fine maggio nei pressi della località di Ponte Casletto in Comune di Cossogno.









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