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Tradizionalmente la transumanza inizia il 24 giugno per poi concludersi il 25 settembre. I malgari sono su. Al loro ritorno in pianura li accoglierà l’autunno. Bovini, capre e pecore un tempo – ma accade ancora oggi – risalivano in quota e ci rimanevano praticamente per tutta l’estate, a fare il pieno di erba. Un rito, soprattutto, che ogni anno si ripete e segna il temporaneo abbandono della pianura da parte delle bestie e del malgaro, il dux del bestiame, figura dedita ad una vita che incarna più di tante altre il sacrificio. Figura romantica, va detto, incastonata nella cultura, nella tradizione del monto alpino. In pratica si va alla ricerca dell’erba in quota: un gesto semplice – se volete banale – che però cambia un’esistenza; è la molla che dà il via ad un percorso di vita.

Solo in Piemonte gli alpeggi sono 1980. La transumanza interessa l’85% del patrimonio dei bovini e il 71% degli ovini e caprini. Sono saliti agli alpeggi, con la fine di giugno, 67mila bovini e 96mila ovini e caprini. Le famiglie che si fanno una vita così – le famiglie di malgari – sono 700.







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