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Operazione K13. L’impresa di Enrico Frigerio ed Ermanno Pedroncelli è in un fazzoletto di 36 ore: Gran Paradiso, Monte Bianco e Monte Rosa saliti (a piedi) e scesi (in parapendio), uno di fila all’altro. La performance è iniziata alla mezzanotte del 31 agosto 2005, con la salita diretta, da Pont Valsavaranche, del Gran Paradiso (4061m). Frigerio e Pedroncelli sono saliti e scesi per i 2100 metri di dislivello in sette ore, camminando alla luce delle pile nell’oscurità assoluta di una notte senza luna, perdendo anche la traccia sui pianori morenici della montagna.

Subito dopo, alle 7 del mattino dello stesso giorno, si sono trasferiti a Chamonix: partendo dalla Aguille du Midì alle 10.15, in 5 ore sono saliti in vetta al Monte Bianco (4806m), decollati e atterrati a Chamonix.



In vetta al Bianco, vento leggero da sud: l’intenzione sarebbe stata di volare verso l’Italia, ma sopra le valli c’era una spessa copertura di alti cumuli; l’unica soluzione è stata così di dirigersi verso Chamonix, decollando con vento da dietro. Il decollo è stato estremo: per mandare in portanza la vela con vento da dietro, sono stati costretti a correre molto forte giù per il ripido crinale innevato della via di salita. La stima è che, dopo lo stacco, la vela abbia acquisito una velocità di almeno 70 km/h prima di stabilizzarsi al suo angolo di planata. La planata ha richiesto oltre 40 minuti di volo; l’atterraggio è stato perfetto grazie alla forte restituzione d’energia della vela ed alla sua lunga transizione in fase paracadutale.



Chiusa la pratica i due sono ritornati in Val d’Aosta, a Gressoney, e la mattina del 1° settembre sono saliti da punta Indren alla Capanna Regina Margherita (4559 m) nel tempo strepitoso di 2 ore e 10′, giungendo in cima esattamente 36 ore dopo la partenza per il Gran Paradiso. Problema: condizioni non volabili. L’intenzione originaria era di scendere in volo da tutte le tre montagne, in modo da abbreviare i tempi e risparmiare energie, ma l’instabilità di questa estate ha reso impossibile concatenare tre salite in condizioni volabili.



Enrico Frigerio ed Ermanno Pedroncelli si sono preparati per un anno a questo concatenamento – denominato K13 – utilizzando una metodologia medica radicalmente innovativa messa a punto dal team SET (Sport Energy Training), composto dal dottor Paolo Penco e dai due sciatsuka Fedele Frigerio e Stefano Orlandi. Si tratta di una tecnica che tramite agopuntura, shiatsu e omeopatia, ottiene il recupero fisico di persone affette da patologie croniche o da esiti di gravi infortuni, puntando al riequilibrio energetico delle loro funzioni vitali. La stessa metodologia SET, applicata ad atleti, ha consentito a Frigerio e Pedroncelli di raggiungere un livello di preparazione fisica e d’allenamento straordinario in modo assolutamente naturale e senza fare uso di alcuna sostanza illecita.







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