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Ascona – Domenica 4 luglio 2004, mezzanotte passata, le fauci spalancate di legni e ottoni sputano le ultime note sul lungolago di Ascona e sanciscono la fine della edizione numero 20 del New Orleans Jazz Festival. In una decina di giorni davvero enorme la mole di musica portata qui in Ticino, a pochi metri dalle acque del Lago Maggiore. Moltissimi tra concerti (duecento!) e jam session; diciotto ore su ventiquattro di musica per riempirsi le orecchie a più non posso. Tra il jazz moderno e quello tradizionale la scelta poteva anche mettere in imbarazzo. Ma il pubblico non si è lasciato ‘destabilizzare’: ha risposto al meglio prendendo parte a un festival che, soprattutto nei primi giorni, ha fatto segnare un 10 per cento di presenze in più rispetto all’anno scorso. “Meglio di così non poteva andare”: sono le parole usate in conferenza stampa dall’organizzazione, che non faceva solo riferimento alla situazione meteorologica.

Domenica 4 luglio 2004, mezzanotte passava, dicevamo: un velo di malinconia, questo va detto. Perché dopo dieci giorni di musica, tutte le sere, uno ci prende gusto, ci prende confidenza e si aspetta l’eterno bis. E quando tutto finisce, l’unica cosa da fare è aspettare l’anno prossimo… L’era Gilliet prosegue e gli occhi sono rivolti al futuro: “improve, not change” (migliorare non cambiare) è stata la parola d’ordine del gruppo dirigente durante la conferenza stampa conclusiva. Il direttore Gilliet ha affermato di non aver voluto sottoporre nessun contratto per l’anno prossimo ai musicisti presenti ad Ascona quest’anno. Questo sia per un principio di equità ma anche come garanzia che le scelte saranno compiute sulla base di un progetto artistico complessivo e meditato e non con la fretta di riempire un palinsesto. Si è chiuso quindi un capitolo di JazzAscona sotto i buoni auspici e con un confortante successo.







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