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Se ne parla da ormai più di dieci anni ma non si è arrivati ancora a nessuna conclusione. L’oggetto della questione è l’attivazione e la messa in opera del Parco delle Orobie Bergamasche come struttura operativa. Le varie istituzioni competenti e molti politici e amministratori locali sono stati coinvolti, ma non è stato sufficiente per raggiungere una linea d’intesa comune. Attualmente è da diversi anni che il Parco esiste sulla carta, ma ai fini operativi risulta commissariato e quindi “gestito” da un commissario straordinario regionale. I sostenitori del progetto affermano che grazie al Parco sarà possibile dare pieno valore ad una realtà che merita certamente di essere valorizzata e conservata; inoltre attraverso il Parco sarà possibile sviluppare opportune ricerche scientifiche e monitoraggi sui vari aspetti faunistici naturalistici e ambientali del territorio Bergamasco. Non ultimo, il Parco permetterebbe un ampliamento del settore turistico e dei posti di lavoro.

Molti però non sono d’accordo e sostengono, al contrario, che il Parco andrebbe a costituire un contenitore difficilmente gestibile e che potrebbe interferire con le istituzioni e le attività locali già presenti sul territorio. Inoltre senza adeguati finanziamenti non sarebbe possibile garantirgli un futuro e lo svolgimento di tutte le attività che un Parco deve chiaramente sostenere.

Diverse quindi le opinioni: alcuni pensano poi che sia corretto frazionare l’area del Parco delle Orobie Bergamasche in tre aree indipendenti facenti capo alle tre principali Valli Bergamasche (Val Brembana, Val Seriana e Val di Scalve). Sono molti i punti di vista e i modi di interpretare e vedere la situazione, che ormai si trascina da troppi anni e che oggi deve, in un senso o nell’altro, risolversi anche solo per correttezza verso tutti coloro che vivono e si interessano al problema.







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