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Livigno (SO) 18.12.2005 Quasi 1200 partecipanti, 25 nazioni rappresentate. La Sgambeda di Livigno conquista sul campo il suo diritto ad essere considerata la degna apertura delle grandi maratone del fondo mondiale. L’anno scorso due vittorie italiane.



Anche questa volta i nordici si sono dovuti accontentare del terzo posto, andato al finlandese Teemu Kattilakoski.

Biagio Di Santo (fiamme gialle) e Tullio Grandelis (la prima volta dei carabinieri) davanti a lui ex equo. Neppure il fotofinish è stato in grado di stabilire chi fosse il primo classificato.

Tra le donne podio tutto azzurro, con il successo di Cristina Paluselli (che indossava il pettorale rosso della vincitrice del circuito mondiale dello scorso anno) su Lara Peyrot (vincitrice delle ultime due edizioni) e su Anna Santer, terza classificata.



Grande impressione ha destato l’impresa di Roberto De Zolt, già vincitore della Sgambeda del 2003, estromesso dalla squadra delle fiamme gialle, e orgogliosamente determinato a dimostrare a tutti il suo valore. De Zolt si è presentato in testa a pochi metri dal traguardo quando, inspiegabilmente, ha pasticciato con un bastone ed è rovinato a terra, lasciando via libera ai suoi compagni di fuga. Chi scrive ha visto De Zolt allontanarsi piangente dal campo di gara. C’era evidentemente una quantità di significati simbolici nella partecipazione di De Zolt a questa gara.

Onore al grande atleta sfortunato. Se non ci fosse stato quello stupido incidente oggi tutti saremmo qui a dare grande spazio ad un campione emarginato anzitempo, consapevolmente e grintosamente sul podio.



Eppure gli azzurri si sono dovuti confrontare con il gotha del fondo sulle lunghe distanze. Battuti Andrus Veerpalu, partito fortissimo e finito 23simo, Jack Mae, arrivato 19°, mentre Stanislav Rezac, anche lui con il pettorale rosso di detentore della FIS Marathon Cup dello scorso inverno, ha chiuso al 13esimo posto



Sgambeda ricca di novità, a cominciare dalla determinazione della griglia di partenza. Non valevano solo i risultati individuali dell’ultimo triennio, ma gli stessi sono stati rapportati al numero di classificati nella propria categoria. Come dire, più largo è il panel dei concorrenti più vale il risultato ai fini della griglia di partenza.



Colpo di scena determinato dal tempo. Venerdì e Sabato a Livigno il tempo era terribile. Neve e vento fino alla mattina di domenica, quando un sole splendido, in una giornata fredda e tersa, ha illuminato il paesaggio fantastico della valle del fiume Spoel, teatro della competizione. Però gli organizzatori hanno dovuto accorciare la gara di 7 km, a causa del pericolo rappresentato dalla grande quantità di neve accumulata nelle parte alta del percorso. Di conseguenza il percorso intermedio di 26 km è stato eliminato, mentre è rimasto quello più breve di 16 km. La gara vera si è svolta su 35 km.



La Sgambeda di Livigno ha aperto la FIS Marhaton CUP, il circuito di Coppa del Mondo dedicato alle maratone sciistiche. E’ una manifestazione che ha ormai solidamente affermato il proprio prestigio internazionale e ha fatto e sta facendo conoscere Livigno come uno dei più importanti e significativi centri dello sci nordico del mondo.



La vitalità della località alpina è testimoniata anche dal fiorire di iniziative di cui la Sgambeda è probabilmente la manifestazione internazionale più importante, che tuttavia chiude il trittico dell’Open Air 2005 che ha visto il via con la Stralivigno podistica di fine luglio e la Pedaleda “mondiale” del 26 agosto.



Le Classifiche

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