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Venerdì 30 maggio è stato presentato a Vercelli dal professor Sergio Maria Gilardino, docente all’Università Mc Gill di Montréal, ed esperto di lingue e letterature minoritarie, il primo dizionario della lingua Walser. Il titolo dell’ imponente opera composta da 40 mila vocaboli,  è: “I Walser e la loro lingua, dal grande Nord delle Alpi”.

Convinto dalla volontà di conservare la propria lingua e la propria identità, il professore si mise all’opera coadiuvato da una squadra di dizionaristi walser locali, circa sette anni fa, quando i Walser di Alagna gli si rivolsero chiedendogli di aiutarli. Il volume è stato redatto seguendo le medesime metodologie esperimentate dal professore sulle lingue dei nativi del Canada, sua terra d’origine.

“Titzschu” – così è chiamata la lingua walser di Alagna –  come ”Inuit”, significa popolo, e come per gli Irochesi, gli Inuit, gli Algonchini e i Mohicani, il recupero della lingua ancestrale è stato portato a termine anche grazie alla creazione di neologismi, per rendere la lingua attuale e permetterle di non morire.

“Il Piemonte – ha dichiarato Gilardino – è una terra straordinaria, dove vengono parlate la più antica lingua germanica e la più antica forma di provenzale, inoltre, il primo atto dell’Unità d’Italia, convocato nel 1861 da Vittorio Emanuele II, venne redatto in piemontese.

Anche il Walser, come le oltre 300 lingue ancestrali del popolo italiano sarà riconosciuto come patrimonio inalienabile della Repubblica, questa è stata la promessa fatta nella sua introduzione, dal sottosegretario agli interni, dottor Michelino Davico, all’interessata assemblea di Vercelli.

 

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