Select Page

La trasferta negli States del TrentoFilmfestival si è conclusa con una affollata serata all’Istituto Italiano di Cultura alla presenza di ospiti illustri dello show business di Hollywood e dell’industria del cinema.

Il tour, durato circa due settimane, è stato realizzato con l'obiettivo di prendere contatti e avvicinare alcune realtà del mondo cinematografico americano, ma non solo, in vista delle prossime edizioni della rassegna (rappresentanti dell’università della California e di Scuole di Cinema, registi, alpinisti, circoli e club che si occupano di montagna). Inoltre è stato organizzata, nella giornata di martedì 8 dicembre, una serata presso l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles; l'evento è stato dedicato a quel cinema di montagna che il TrentoFilmfestival rappresenta da ben 58 anni.

IL TRENINO DEL BERNINA BANNER 600

Questa in sintesi la trasferta del TrentoFilmfestival nella capitale mondiale del cinema, Los Angeles ovvero Hollywood, che si è trasformata in preziosa e proficua opportunità, soprattutto per i contatti definiti. Un lavoro  efficace su più  fronti, non solo  quello del cinema, portato avanti per TrentoFilmfestival da Laura Zumiani, responsabile per le relazioni esterne, in collaborazione con il Consolato italiano che a Los Angeles è rappresentato da un trentino doc, Nicola Faganello (figlio del fotografo Flavio) e la Trentino Spa. 

Il momento clou della trasferta la serata che si è tenuta martedì sera presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles. Più di 200 gli ospiti (e molti quelli rimasti in piedi) che hanno potuto assistere alla proiezione del film “Karl” di Valeria Allievi (Genziana d’oro del CAI per il miglior film di alpinismo nell’ultima edizione di TrentoFilmfestival) oltre ad un video dedicato alle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco.

Tra gli ospiti diversi nomi prestigiosi dell’industria cinematografica americana, a cominciare da Gary Marenzi, presidente della storica Metro Goldwyn Mayer (MGM), che non ha fatto mistero di adorare particolarmente il Trentino, terra dove è già stato più volte. In sala  anche Steve Gaydos, editor della rivista Variety, la più nota rivista americana di cinema e spettacolo, il produttore John Dellaverson di Lions Gate Entertainment, una delle più grosse case di distribuzione produzione hollywoodiane, Pietro Scalia, richiestissimo montatore italiano che ha lavorato per registi come Oliver Stone, Ridley Scott, Bernardo Bertolucci ( "Io ballo da sola" e "Piccolo Buddha") e che ha già vinto due Oscar per il miglior montaggio (nel 1991 assieme a Joe Hutshing per "JFK – Un caso ancora aperto" e nel 2002 per "Black Hawk Down") oltre a diverse nomination.

IL TRENINO DEL BERNINA BANNER 600

Nella serata il Trentino si è proposto allo show biz di Hollywood non solo attraverso la cultura, il territorio (ad accogliere gli ospiti c’erano le gigantografie delle montagne trentine di Flavio Faganello), ma anche con l’eccellenza dei suoi prodotti: lo spumante Ferrari, il teroldego Foradori, il Nosiola, Trentingrana e formaggi Crucolo, speck trentino e menù per  gli invitati a base di polenta e funghi, tortèl di patate, involtini di vitello con speck e strudel di mele.

La trasferta californiana di TrentoFilmfestival ha rappresentato un’importante occasione per allacciare rapporti diretti con il mercato cinematografico americano e in particolare le più importanti “talent agency” (tutte presenti alla serata) che seguono al massimo livello il mercato internazionale e rappresentano i più famosi registi e star di Hollywood. Un nome fra tutti George Clooney che, pur non presente alla serata, è stato contattato per possibili collaborazioni future, un’ipotesi non impossibile dato il “feeling” che si è creato tra l’attore e l’Italia.

Share This