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Prendendo spunto dalle discussioni e iniziative locali seguite alla recenti disposizioni in materia di riforme istituzionali contenute nella recente manovra finanziaria e consapevole dell’importanza che il tema dell’autogoverno ha per le aree alpine, l’Associazione Valtellina nel Futuro ha aperto al proprio interno un ampio confronto, che ha portato alla definizione di una proposta che si intende sottoporre alla comunità e alle istituzioni locali.

La proposta è di istituire una Provincia Alpina Lombarda, una provincia che comprenda tutto il territorio alpino regionale (40% del complessivo) e alla quale, in base ai principi di sussidiarietà costituzionale e di federalismo fiscale, e in coerenza con linee indicate nel Piano Regionale di sviluppo, la Regione dovrebbe concedere quelle deleghe (gestione delle acque e di ogni altra risorsa energetica derivante da fonti rinnovabili, pianificazione territoriale, tutela ambientale, politica agricola, cultura e istruzione, valichi di frontiera) fondamentali per una gestione integrata del territorio e per configurare un primo livello di autogoverno utile ad affermare e sviluppare specificità e identità.

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Rispetto ad altre ipotesi, questa ha un duplice pregio: in primo luogo è di più facile e celere realizzazione, in quanto si risolve in un’interlocuzione di livello regionale coerente con gli attuali assetti istituzionali; secondariamente esprime una visione moderna di autonomia e identità come apertura e ricerca di collegamenti e sinergie, piuttosto che chiusura in difesa di interessi e privilegi. Anche se non forse nella misura di altre forme di autonomia, il territorio acquisirebbe maggiore libertà nell’allacciare relazioni e collegamenti con altri territori alpini, attivando politiche comuni e aprendo la via alla costituzione, insieme alla Regione Lombardia, di quella macro-regione alpina dentro l’Europa, riconosciuta da molti come la sola possibilità per le Alpi di conservare la propria identità nel continente. Verrebbe inoltre favorito il superamento delle Comunità Montane, realizzando quella semplificazione istituzionale da tutti auspicata e, laddove le provincie dovessero essere abolite, aprirebbe la possibilità di promozione della montagna lombarda a regione autonoma.

In questo scenario uscirebbe consolidato anche il ruolo dei piccoli Comuni. Il Municipio, ancora prima che sede amministrativa, è luogo d’identità, dunque presidio essenziale per la vita della comunità. Se ha certamente senso l’accentramento di alcuni servizi, non così la soppressione delle municipalità. Anche l’ipotesi di un Comune governato da una sola persona appare aberrante e controproducente. Si dovrebbe cercare, se mai, di rinvigorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica attraverso forme di coinvolgimento diretto, rispetto alle quali la piccola dimensione rappresenta un indubbio vantaggio.

È intenzione dell’Associazione allestire uno specifico spazio aperto di confronto, con l’obiettivo di aiutare il territorio a pervenire ad una sintesi condivisa, che sappia aggregare non solo le istituzioni e le élites, ma l’intera popolazione.

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