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Si disputa domenica 24 ottobre all’Arena Croix Noire di Aosta la finale della 53sima edizione delle “Batailles de Reines”, la manifestazione popolare valdostana che richiama appassionati e curiosi. I combattimenti sono una finestra sul mondo rurale valdostano e assistervi è un’esperienza suggestiva e particolare.

La manifestazione ha origini antiche risalenti al 1600, e sfrutta la naturale aggressività delle bovine che competono per essere “capo – mandria”. Le battaglie ispirarono l’abbé Jean-Baptiste Cerlogne nel comporre nel 1858 la celebre poesia in patois “La bataille de vatse à Vertosan”. I combattimenti organizzati si disputarono però solo a partire dal 1924 e furono  sospesi nel ventennio e nel periodo bellico e post-bellico. Le batailles hanno assunto ricorrenza annuale dal 1958 grazie all’Association des Amis des Batailles de Reines, (www.amisdesreines.it), e all’egida dell’assessorato al Turismo. Da allora seguono regole precise e sono diventate uno stimolo per gli allevatori a selezionare e preservare la razza locale al fine di ottenere vitelli di qualità superiore e di maggior valore commerciale.

Il programma prevedeva diciannove eliminatorie in varie località della Valle tra la primavera e l’autunno, fino alla gran finale di domenica prossima 24 ottobre che vedrà ancora in lizza 213 bovine.
Prima delle gare le vacche concorrenti sono pesate, divise per categorie in base al peso, numerate e sottoposte a visita veterinaria. Oltre a essere in buona salute devono, infatti, essere gravide. Le corna, se sono troppo affilate, vengono limate. Successivamente si sorteggiano gli incontri che danno luogo a un’eliminazione diretta. La vincitrice è la bovina che riesce a sottomettere l’avversaria o a farla fuggire. A volte le bovine si fronteggiano per decine di minuti, a seconda della forza e della caparbietà, a volte il combattimento dura pochi secondi. Una giuria sovrintende alle gare.

Le prime quattro bovine ricevono in premio campanacci nuovi con incisi sul collare data e luogo dell’incontro; la regina viene ornata con un “bosquet”, ramo di larice o pino, adorno di fiori rossi e nastri, e alle sue corna viene intrecciato un nastro rosso e nero, i colori valdostani.

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