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Una serata per ricordare Achille Compagnoni a due mesi dalla morte, domenica 2 agosto alle 21 al Jardin de l’Ange di Courmayeur.  “Montagne di sfide” il ciclo di conferenze dedicate all’alpinismo e ai suoi protagonisti, organizzate dal Comune di Courmayeur in collaborazione con la Grivel, rende omaggio all’alpinista e guida alpina, con una serie di filmati delle teche Rai a lui dedicati, presentati da Luciano Caveri, responsabile della struttura programmi della sede Rai di Aosta e consigliere regionale.

Achille Compagnoni, uno degli ultimi rappresentanti della storia alpinistica italiana a cavallo della seconda guerra mondiale, è stato indiscusso protagonista dell’epopea della corsa alle prime ascensioni agli ottomila. Nativo di Santa Caterina di Valfurva, in provincia di Sondrio, negli anni Trenta era arrivato in Valle d’Aosta come militare. Dopo un periodo alla Scuola Militare Alpina ad Aosta, si era stabilito a Cervinia Breuil, affascinato dal Cervino e dalle Grandes Murailles. A Cervinia alla fine del secondo conflitto mondiale aveva aperto l’albergo “da Compagnoni”.

Guida alpina della  Società di Valtournenche e maestro di sci, era stato atleta nelle specialità del fondo e della discesa libera a partire dal 1928 e aveva partecipato alla quarta edizione del Trofeo Mezzalama, nel 1936, classificandosi secondo. Era salito sul Cervino ben 106 volte, non solo per le vie normali, ma anche per la cresta del Fürggen e la direttissima alla cresta De Amicis con traversata della parete sud. Nel suo curriculum annoverava anche numerose ascensioni classiche nel massiccio del Monte Bianco. Era molto legato alla Valle d’Aosta che considerava la sua terra d’adozione.

La prima salita del K2 nel 1954, in cordata con Lino Lacedelli, nella spedizione guidata da Ardito Desio, fu l’impresa che gli diede fama alpinistica mondiale. La vetta del K2, dopo l’ardita esplorazione del Duca degli Abruzzi che nel 1909 con la guida di Courmayeur Joseph Petigax individuò la via di ascensione, fu contesa agli americani che mancarono di poco la vetta  nel 1953. Negli anni difficili del dopoguerra quella vittoria, di cui arrivò notizia con due sole parole “Italia K2”, ebbe non solo valore alpinistico, ma anche politico, simbolo di ritrovata dignità italiana a livello internazionale.

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