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Raccontare una storia. Camminare tra valli e montagne. All’inizio possono sembrare due azioni molto diverse l’una dall’altra. La prima, nella maggior parte dei casi, prevede che si stia da soli e fermi in un luogo. La seconda invece richiede una disponibilità al movimento, buone gambe e buoni polmoni. Eppure tra narrazione e trekking esistono parecchie correlazioni: in entrambi i casi serve concentrazione, serve essere capaci di percepire (la forma di una storia, della lingua, di un sentiero) e serve essere il più possibile precisi. Potremmo arrivare a dire che raccontare una storia è una buona metafora del camminare tra valli e montagne, e che fare trekking equivale a disegnare una storia nello spazio.
Scrivere con le gambe è un progetto che partendo da queste constatazioni prova a intersecare narrazione ed escursione a piedi. E lo fa volendo trasformare lo spazio in racconto e il racconto in un luogo continuamente esplorabile.

L’idea è semplice. Viaggiare a piedi per cinque giorni, dal 28 agosto all’1 settembre 2012, attraverso quello spazio straordinario che è la Val Sarentino, in Alto Adige. Un gruppo di 12 persone, uno zaino in spalla, carta e penna sempre a portata di mano, una guida che conosce la storia e i segreti di quelle zone e uno scrittore con il quale condividere ragionamenti e scrittura.

Insieme a Giorgio Vasta, ci saranno Giorgio Sparapani (comandante delle guardie forestali della Val Sarentino), che farà da guida, e Augusto Golin (esperto di cinema e letteratura di montagna, collaboratore del Trento FilmFestival e responsabile di MontagnaLibri di Bolzano), che terrà i contatti con la stampa.

Si parte al mattino da un rifugio e si cammina cercando di conoscere questo spazio, di misurarlo. Poi ci si ferma, ci si guarda intorno, si scrive, si discute, si riparte. E così, una tappa dopo l’altra, un esercizio di percezione e di scrittura dopo l’altro, ci si confronta con l’esplorazione fisica e linguistica di un paesaggio.

In cinque giorni si percorreranno diversi chilometri e si farà lavorare, con le gambe, la percezione di quello che ci sta intorno, individuando prospettive e strumenti di decifrazione del territorio cui di solito non prestiamo attenzione.
E, chiaramente, ci si fermerà man mano a riposare e la sera si cenerà e pernotterà nei rifugi della zona.
Alla fine delle cinque giornate si produrrà un testo collettivo che nel valere da sintesi del tempo trascorso camminando evidenzierà al contempo un aspetto specifico del territorio attraversato.

L’aspetto in questione, la prospettiva dalla quale osservare lo spazio che si percorrerà, è il legno. Dunque, in altri termini, un modo specifico in cui si manifesta la vita vegetale. Il legno degli alberi, i rami che si dipartono da un tronco come quelli caduti e che contribuiscono a comporre il sottobosco, le forme naturali e quelle artificiali determinate dalla lavorazione del legno stesso; tutto ciò che con il legno è possibile fare, costruire, e tutto ciò che dal legno è possibile estrarre.

Tenendo come riferimento – quasi una simbolica mascotte – quello splendido personaggio della letteratura italiana che è Pinocchio, i partecipanti a Scrivere con le gambe si cimenteranno dunque in una sorta di Diario del legno; durante l’ultimo giorno, prima del congedo, questo diario a più voci verrà condiviso pubblicamente, nella forma del reading, a Bolzano, presso l’Antico Municipio (Via Portici 30).

Per poter partecipare al progetto, conoscere l'itinerario e le modalità di iscrizione clicca qui 

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