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Rinviato lo Street Boulder Contest per la pioggia, che a Trento è scesa per tutta la giornata e la notte, si sono affollati i cinema, le sale conferenze e le mostre.

Al mattino l’annuale convegno di medicina di montagna è stato dedicato quest’anno alla rinascita dopo trapianto o tumore. Il numero dei trapiantati di fegato, di cuore e di rene che sono ritornati a frequentare la montagna o che hanno scoperto la montagna non è alto, ma è  significativo e i dati della letteratura medica dicono che si può, seppure con i tempi e i modi che ogni paziente richiede. L’attività fisica, anche quella che si pratica in montagna diminuisce il rischio di ammalarsi di tumore e le recidive di tumore in chi è stato colpito una prima volta. Anzi la malattia può essere, come situazioni traumatiche o di stress, un momento di “crescita” di cambiamento in positivo. Di “Resilienza” (termine mutuato dall’ingegneria) in campo psicologico, cioè della capacità delle persone a far fronte in modo positivo a un evento traumatico o a delle difficoltà, riorganizzando la propria vita in modo costruttivo, ha parlato Giuseppe Masera, oncoematologo pediatrico a Monza. Masera ha parlato dell’esperienza denominata “scalare il proprio Everest in Val Camonica”, che dal 2003 vede impegnata un’associazione di volontariato assieme con guide alpine, pediatri e ematologi di Monza, nell’organizzare settimane di soggiorno in montagna a Ponte di Legno per bambini guariti dalla leucemia. I piccoli, di età variabile dagli 8 ai 14 anni, sono impegnati dapprima in passeggiatee poi in un trekking di tre giorni sull’Adamello. Masera ha parlato del progetto di estendere ad altri centri questa esperienza e ha lanciato l’idea di creare una rete di località montane  disponibili a ospitare questi bambini per creare una “rete di resilienza”.

Nella tavola rotonda che ha concluso il convegno alcuni alpinisti hanno portato la loro testimonianza di ritorno alla montagna dopo la guarigione, sottolineando sia l’importanza della donazione di organi sia della testimonianza di ex pazienti nella ripresa delle attività in montagna. Tra tutti da segnalare il blog di Alan Cattin Cosso (https://trapiantalan.wordpress.com). Il tema del trapianto di cuore ritorna con  “Il turno di notte lo fanno le stelle”, tra le proiezioni speciali del Filmfestival (il 1 maggio alle 21 al Teatro sociale). Il film tratto da un racconto di Erri De Luca è stato appena premiato al Festival di Tribeca di New York.

Nel pomeriggio Tony Wheeler, fondatore delle Lonely Planet, ha presentato il volume Trekking intorno al mondo dialogando con, Linda Cottino, Franco Michieli e Stefano Ardito. Si tratta dell’ultima pubblicazione di Lonely Planet dedicata all’esperienza massima di slow travel: l’escursionismo. La guida mostra che organizzare trekking in giro per il mondo non è poi così difficile, basta avere gli strumenti giusti: spirito d’avventura e un buon paio di scarpe. Inglese di nascita, Tony ha viaggiato molto fin dalla sua infanzia al seguito della famiglia. Nel 1970, a Londra, conosce Maureen, la sposa e insieme a lei intraprende nel  1972 un avventuroso viaggio da Londra all'Australia via terra, seguendo quella che veniva definita la "rotta degli hippie" attraverso Turchia, Iran, Afghanistan, India e Sud-Est asiatico. Il resoconto del viaggio è raccolto nel suo primo libro Across Asia on the cheap divenuto immediatamente un best-seller. Sempre più decisi a fare del viaggio una professione, i Wheeler intraprendono un secondo viaggio nel sud-est asiatico che culmina con la pubblicazione del loro secondo libro South East Asia on a shoestring, che dà origine alla serie deile guide per backpackers (saccopelisti) ricche di informazioni su sistemazioni economiche, passaggi in autostop, agenzie che offrono biglietti aerei scontati, mezzi di trasporto insoliti. Nel 1982 arriva la consacrazione a livello mondiale: India – A Travel survival kit viene insignito del Premio Thomas Cook come migliore guida turistica dell'anno.

Nel pomeriggio sono iniziate le proiezioni dei film in concorso e delle sezioni speciali, tra cui “Der filmbringer”, uno spot di 2 minuti e il già segnalato alla Berlinale “Hiver Nomade”. Tra i corti della sezione Alp&ism  è stato proiettato “Il diritto e il rovescio” di Alberto Sciamplicotti, ritratto di Giorgio Daidola, tra i migliori sci alpinisti di telemark. Alla sera da segnalare “Questa miniera” di Valeria Allievi, sulla miniera di magnetite di Cogne e fuori concorso la proiezione di “The hunter” di Daniel Nettheim, film australiano del 2011, interamente girato in Tasmania, non distribuito in Italia, con un grande Willem Dafoe sulle tracce dell’estinta tigre della Tasmania. Sulle tracce del lupo ha invece viaggiato Marco Albino Ferrari che dall’Appennino casentinese ha attraversato tutto l’arco alpino fino alla Slovenia: ha presentato la sua avventura in uno spettacolo letterario accompagnato dal chitarrista jazz Denis Blason.

Il programma del film festival continua con una serie di appuntamenti e le proiezioni. L’atteso “Messner der film” è in programma il 29 aprile e il 3 maggio. La presentazione del libro su Rolly Marchi curato da bepi Pellegrinon è in programma alla Sosat  il 2 maggio alle 16.

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