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E' il regista russo Victor Kossakowsky con il documentario Vivan Las Antipodas il vincitore del 60° TrentoFilmfestival. La Giuria internazionale non ha avuto dubbio alcuno nell'assegnare la Genziana d'Oro – Gran Premio Città di Trento a questo film che si rivela un indimenticabile omaggio alla Madre Terra nella sua diversità, maestosità e antichità. La giuria ha apprezzato soprattutto l’idea ingegnosa, la realizzazione piena di qualità artistiche e tecnicamente brillante.

La Genziana d'Oro del Club Alpino italiano al miglior film di alpinismo è stata assegnata al regista Davide Carrari per il documentario Verticalmente  Démodé, film che incarna la pura idea del free climbing. Protagonista del documentario è uno dei migliori arrampicatori sulla scena internazionale, l'italiano Maurizio Zanolla “Manolo”. Attraverso il suo gesto si scopre che l'arrampicata libera non è soltanto uno sport ma un’arte creativa.

La Genziana d'Oro “Premio Città di Bolzano” al miglior film di esplorazione e avventura premia invece, la regista francese Marianne Chaud autrice di La nuit Nomade, che ha condiviso e riportato attraverso una narrazione ricca di sensibilità la quotidianità delle tribù nomadi del Ladakh, realizzando un film di rara esplorazione umana.

Il Premio della Giuria è stato assegnato al film Strong, a recovery story del regista ungherese Andras Kollmann che ha raccontato la storia dell'alpinista Zsolt Eross, della sua rinascita in seguito alla perdita di una gamba e del suo ritorno sull’Himalaya per scalare per la nona volta un “8.000”.

Le tre genziane d'argento sono state attribuite a La vie au loin di Marc Weymuller per il miglior contributo tecnico artistico e per le sue qualità poetiche e filosofiche; a La voie Bonatti di Bruno Peyronnet perchè “è un film coraggioso e realizzato con stile, capace di collegare attraverso una corda sottile l’eroica epoca dell’alpinismo e le sfide affrontate dagli scalatori contemporanei, offrendo una prova evidente che anche oggi che gli alpinisti possono contare su un equipaggiamento avanzato, lo spirito di Bonatti è fondamentale per raggiungere la vetta”; a Cold di Anson Fogel – protagonisti gli alpinisti Simone Moro, Denis Urubko e Cory Richards – come miglior cortometraggio, perché ha la capacità di mostrare cosa sia la vera sofferenza e la sopravvivenza durante una ascensione  “invernale” ad un ottomila (il Gasherbrum II).

Il Premio della critica “Luciano Emmer” assegnato dalla Giuria del Sindacato nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) è stato assegnato al film L'enfant d'en Haut di Ursula Meier.

«E’ stata un’edizione davvero speciale – ha dichiarato stamattina in conferenza stampa la direttrice Luana Bisesti – Facendo un primo bilancio consuntivo il festival ‘diffuso’ ha dato buoni frutti, è decollato immediatamente. Con orgoglio abbiamo letto dei dati in aumento, 5000 presenze totali alle serate in auditorium, 1000 in più rispetto allo scorso anno. Anche le mostre, tutte inedite, hanno registrato un netto aumento».

«Il fiore all’occhiello del festival, la parte cinematografica, ci ha dato grande soddisfazione – ha aggiunto il responsabile della programmazione cinematografica Sergio Fant – a cominciare dal film di apertura in auditorium che ha visto la presenza di 700 persone. Le proiezioni al cinema Modena hanno registrato un aumento del 20% con una media di oltre 100 presenze a proiezione».

«Un ringraziamento va anche alla città di Trento e alla cittadinanza, così vivace e vitale, che ha accolto e vissuto la 60esima edizione del festival con noi – ha tenuto a ricordare il Presidente del TrentoFilmfestival – posso affermare con certezza che siamo stati i primi e restiamo i migliori».

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