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Al Moncenisio, nella giornata di accoglienza di sabato 26 luglio tra le varie manifestazioni, è risultata molto interessante la presentazione anteprima del libro “La spada sulla roccia” che, partendo da una ricerca sulle incisioni rupestri delle valli Cenischia e Moncenisio, ipotizza una origine antichissima delle tradizioni popolari odierne. Il gruppo occitano La Mèiro di Luserna San Giovanni ha allietato i partecipanti all’incontro delle due giornate.

Si è tenuta invece, nella giornata di domenica 27 luglio, in occasione del 10° Incontro Europeo del Libro,  alla maison franco-italienne, una interessante tavola rotonda sulle lingue minoritarie con partecipanti francesi e italiani, in collaborazione con la sezione francoprovenzale della Chambra d’Oc. La manifestazione creata dall’A.A.S.A.A , Autori Associati della Savoia e dell’Arco Alpino, permette gli scambi tra autori e lettori e favorisce le relazioni tra le società letterarie. La lingua madre nelle opere degli autori è il tema trattato nella tavola rotonda con le motivazioni che hanno spinto gli autori a scrivere nella loro lingua madre.

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Dopo il saluto delle autorità, Valter Giuliano, assessore alla Cultura della Provincia di Torino, Jean Pierre Jorcin, sindaco di Lanslebourg, Ezio Rivetti, sindaco di Novalesa, e Mauro Carena, Presidente della Comunità Montana Alta Valle Susa, sono intervenuti gli autori Francis Buffille, presidente dell’A.A.S.A.A. scrittore francese ed organizzatore della manifestazione , Barbara Passerella, direttore editoriale della rivista “LEM Culture e Minoranze in Europa”, Franco Bronzat, scrittore occitano e Florent Corradin, scrittore francoprovenzale .

Barbara Passerella ha presentato il suo lavoro ed evidenziato la necessità della restituzione degli studi al territorio, la lingua esiste solo se si parla o si vede, quindi indica la necessità di scrivere come bisogno indispensabile per non morire. Franco Bronzat, che come Corradin è poeta e autore di romanzi, ha poi ribadito che la tradizione non è mai morta e che questa identità è sempre stata trasmessa da individuo ad individuo ed afferma che lo scrivere è indispensabile per uscire dalla propria valle.

Infine Florant Corradin, con ironia, ammette che scrivere in lingua minoritaria è più facile perché si hanno meno critici, e, presentando il suo ultimo romanzo, afferma la necessità di esprimere per iscritto, proprio per relazionare con una società più complessa, per essere presenti anche su internet ed usufruire di tutte le tecnologie che richiedono un sistema di scrittura. Si è evidenziata, in quest’occasione , l’importanza di esprimere i concetti nella lingua madre non per folklore, ma come elemento sostanziale per trasmettere sensazioni e sentimenti che in un’altra lingua verrebbero meno.

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Leggere un libro in lingua madre è qualcosa di incredibile ed è proprio la diversità di cultura e della lingua che rende ricco il territorio e ne permette uno sviluppo durevole. Anche la montagna, che trasmette emozioni forti, può ritrovare se stessa, può valorizzarsi attraverso il plurilinguismo. La lingua stessa deve, però, essere visibile per avvicinare alla cultura minoritaria e consentire, ai differenti territori, di recuperare la loro identità , senza perdere la ricchezza delle diversità, non solo attraverso l’oralità, ma anche nelle più svariate espressioni scritte, perché rimangano anche in futuro.

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