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La montagna saluta uno dei suoi più grandi maestri, Riccardo Cassin. L'alpinista italiano si è spento la scorsa notte, nella sua casa sopra Ballabio, sul Lago di Lecco, all'età di 100 anni. Se ne è andato salutando le sue Grigne, crinali rocciosi lungo i quali mosse i suoi primi passi. Era nato a Savorgnano del Friuli (PD), il 2 gennaio 1909.

Riccardo Cassin è stato uno dei più importanti esponenti della storia dell'alpinismo moderno. Membro onorario del Club Alpino Accademico Internazionale e guida del gruppo Ragni della Grignetta, tra le sue moltissime salite annovera importanti prime vie aperte nel massiccio del Monte Bianco e sulle Tre Cime di Lavaredo. Oltre che sulle vette alpine, Cassin andò alla conquista di numerosissime cime in tutto il mondo. Inspiegabilmente escluso dalla spedizione capitanata da Ardito Desio del 1954 sul K2, nel 1958 fu sul Gasherbrum IV e nel 1961 sul Mount McKinley, la più alta dell'Alaska. Una delle sue più grandi imprese è datata 1975, anno in cui affrontò, con successo, la parete sud del Lhotse, sino a raggiungere gli 8516 metri della vetta.

L'attività alpinistica l'ha accompagnato per tutta la vita: a 78 anni ha salito il Pizzo Badile per celebrare il cinquantenario della prima salita, mentre nel 1997 si è recato in Patagonia ad inaugurare un rifugio. Nel 1998 ha fatto parte della giuria del Banff Film festival.

foto Fondazione Riccardo Cassin

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