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Non solo arti e mestieri di un tempo, non solo interessanti spunti di folclore, non solo degustazioni varie. A caratterizzare la prima grande e più genuina manifestazione aprichese di un febbraio ricco di eventi sono le vecchie case, i fienili, le stalle e le casére degli Aprichesi aperti all’ospite.

È soprattutto questo inedito aspetto di accoglienza per l’ospite a fornire all’esposizione animata proposta dalla contrada San Pietro l’atmosfera e il sapore unici che già dalla prima edizione ne hanno decretato l’irresistibile successo. Un successo misurato in migliaia di visitatori, che certamente si accalcheranno anche quest’anno, la sera di giovedì 7 febbraio, lungo le viuzze dell’antica contrada “Ospitale” (così era anticamente chiamata San Pietro), per vedere i vecchi attrezzi, toccare con mano gli usi e costumi di un tempo, ma soprattutto assaggiare tante semplici prelibatezze, fatte al momento con l’antica perizia dei contadini e servite negli ambienti originari.
Quest’anno si aggiungerà la Ca’ dal Cìciu, con stalla e caséra dove degustare i prodotti di derivazione del latte.

Collaborano all’iniziativa, oltre ai contradaioli di San Pietro, l’Associazione Aprica Gestione Turismo e l’Assessorato comunale al Turismo. La partecipazione dei visitatori è completamente gratuita.

Programma: (apri la piantina con la dislocazione dei punti di sosta)
Giovedì 7 febbraio, taglio del nastro all’inizio di Via Tonale alle ore 20:30;
1 L’àndat dai Sitìi – ‘M fa i braschér e acqua da pom colda (caldarroste e succo di mela), con degustazione;
2 Ca’ dal Cìciu – ‘M va a uedé li uàchi ‘n stàla (visita alle mucche in stalla), con degustazioni prodotti del latte;
3 Ca’ di Butà – ‘M tàia sü la lègna par l’anvéran (tagliamo la legna per l’inverno);
4 Ca’ di Cionk – ‘M fa la rüsümada colda (facciamo lo zabaglione), con degustazione;
5 Ca’ di Tucìt – ‘M prepara la marmelada da ghislù e ‘l pa’ cui fik (prepariamo la marmellata di mirtilli e il pane coi fichi), con degustazione;
6 Ca’ di Pidói – ‘M prepara ‘l panvì (prepariamo la zuppa di pane e vino), con degustazione;
7 Ca’ di Bòci – La cüsina d’ìna ólta (visita alla cucina d’un tempo), con degustazione;
8 Ca’ dal Cristòfan di Bòci – ‘M fa pulènta taragna (facciamo la polenta taragna), con degustazione; inoltre presentazione dei pizzoccheri;
9 Ca’ di Burilì – ‘M fa ‘l zücar candìt (facciamo lo zucchero candito), con degustazione;
10 Ca’ di Rìsci – Patàti büìdi cun la pèl, furmài vècc e lugànaghi (patate lessate con la pelle, formaggio vecchio e salsicce), con degustazione;
11 Masù Granda – ‘M canta, ‘m giüga ala móra e ‘m fa sü ‘l purscèl (cantiamo, giochiamo alla morra e facciamo i salami);
12 Ca’ di Pìnchi – La stala dali càbri (la stalla delle capre);
13 Ca’ di Cumeléri – ‘L fóran dal pa’ (l’antico forno del pane), con degustazione di slìnzaga e pa’ da ségal;
14 Ca’ di Conti – ‘M fa li frìtuli cui pom (facciamo le frittelle di mele), con degustazione;
15 Sü al Büi – ‘M bef ‘n bicér da uì colt (beviamo un bicchiere di vin brulé), con degustazione;
16 Ca’ di Mascarì – L’ültuma gótula: ‘n grapì cul café da duméga (l’ultima goccia: un grappino col caffè), con degustazione.

E poi …
– ‘M tira li bóri cul cauàl e la priàla (tiriamo i tronchi col cavallo e metà carro);
– L’àsan cui cauagnàsc (l’asino con le due gerle in groppa).

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