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Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (IPCC), si è riunito sabato 6 ottobre 2018 a Incheon (Corea del Sud). Sulla base  della letteratura scientifica disponibile (si parla di ben 6000 riferimenti bibliografici), ha rilasciato un rapporto speciale, documento che arriva circa 3 anni dopo l’ “Accordo di Parigi” del 2015, ratificato da 195 Paesi. Esso prevede di limitare, entro il 2100, il riscaldamento globale ad un valore inferiore ai 2,0 °C, possibilmente a 1,5 °C, rispetto al periodo preindustriale.

Il rapporto speciale dell’ IPCC è stato commissionato dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e dal 3 al 14 dicembre 2018, durante la COP24 in programma a Katovice (Polonia), costituirà uno strumento fondamentale per discutere lo stato dei negoziati climatici e degli impegni per la riduzione delle emissioni concordati a Parigi.

A quanto pare le cose vanno peggio del previsto, ovvero il cambiamento climatico sta accelerando e l’obiettivo di rimanere entro gli 1,5 °C di aumento di temperatura sembra si stia trasformando in un valore soglia difficile da rispettare. Tant’è vero che, in alcune aree del pianeta, tale limite è già stato superato. E stiamo facendo riferimento proprio a un Paese alpino, la Svizzera, dove la temperatura dell’aria al suolo, nel corso dell’anno 2017, è già aumentata di quasi 2,0 °C rispetto al periodo preindustriale. Più precisamente ha raggiunto circa 2,3 °C. Nel 2018, se possibile, andrà anche peggio (i dati definitivi arriveranno dopo la fine dell’anno).

Punti salienti del nuovo rapporto dell’IPCC:

  • È possibile limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, a patto che nei prossimi 1 – 2 decenni si concretizzino trasformazioni rapide e di vasta portata in molti settori. Stiamo parlando di energia, pianificazione del territorio, sviluppo urbano, infrastrutture e  gestione dei processi industriali.
  • Se le emissioni di gas ad effetto serra continueranno ad aumentare al ritmo odierno, il riscaldamento globale provocato dall’uomo oltrepasserà 1,5 °C fra il 2030 e il 2052, superando l’obiettivo dell’Accordo ratificato a Parigi.
  • Per  limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, le emissioni di CO2 prodotte dall’uomo devono diminuire rapidamente e scendere praticamente a zero entro il 2050.
  • Oggi, l’aumento delle temperature provocato dall’uomo ha già raggiunto circa +1,0 °C (dato anno 2017) rispetto al periodo preindustriale.

“Ogni crescita extra del surririscaldamento planetario oltre la soglia di 1.5 ºC , aumenta il rischio associato a cambiamenti duraturi o irreversibili, come la perdita di alcuni ecosistemi “, ha affermato Hans Otto Pörtner, CoChair del gruppo di lavoro IPCC II.

C’è anche una timida  buona notizia. “Alcuni tipi di azioni che sarebbero necessari per limitare il riscaldamento globale a 1.5 ° C sono già in corso in tutto il mondo, ma avrebbero bisogno di accelerare “, ha detto Valerie Masson Delmotte, Co Presidente del gruppo di lavoro I.

Sulle Alpi i segni del cambiamento climatico sono più che tangibili, basti osservare l’ulteriore fusione della maggior parte dei ghiacciai nel corso del 2018 :

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