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Il 10 dicembre, in occasione del simposio della Arge Alp – Comunità di lavoro dei Paesi alpini – tenutosi a Coira (Svizzera), la CIPRA – Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi – ha chiesto che le regioni di montagna divengano i baluardi della sostenibilità ecologica ed economica. Con la Convenzione delle Alpi, i Cantoni di
montagna hanno a disposizione uno strumento agile per portare avanti le proprie rivendicazioni anche a livello internazionale.

Quale può essere il contributo della Arge Alp – Comunità di lavoro dei Paesi alpini – per lo sviluppo delle regioni di montagna? Anche 36 anni dopo la sua costituzione, la CIPRA è fermamente persuasa che questa associazione trasfrontaliera fra regioni di montagna potrà continuare a esercitare il suo ruolo di pioniere, purché i responsabili tengano ben presente, nella loro strategia, il nuovo quadro di riferimento creatosi. Su un versante è cresciuto il ruolo dell’Unione Europea (UE), sull’altro la Convenzione delle Alpi rappresenta uno strumento flessibile per la cooperazione transfrontaliera, ricapitola così Dominik Siegrist, presidente della CIPRA, in occasione del simposio Arge Alp del 10 dicembre nel Gran Consiglio dei Grigioni a Coira (Svizzera).

Nella sua veste di organizzazione non governativa operante su tutto l’arco alpino e promotrice della Convenzione delle Alpi, la CIPRA – invitata dal Cantone dei Grigioni che detiene la Presidenza per un anno – si è così espressa sullo sviluppo e sul ruolo della Arge Alp.
Equilibrio fra protezione e utilizzo. Secondo la CIPRA, le regioni di montagna potranno contare sulla solidarietà dei centri solamente se saranno in grado di gettare dei ponti di collegamento tra la “protezione” e l’“utilizzo” del territorio. Occorre impedire che la bilancia penda verso l’una o l’altra opzione. La credibilità è al centro di tutto. «Il marchio “Alpi” deve essere garante di qualità ecologica ed economica
», sostiene Siegrist, presidente della CIPRA. Le regioni di montagna devono divenire i baluardi della sostenibilità.

Le organizzazioni non governative come la CIPRA rappresentano interessi in parte anche diversi rispetto alla Arge Alp – afferma Siegrist – ma oggi, rispetto al passato, puntano sempre più su una sostenibilità diffusa, anziché arroccarsi su una posizione di sola protezione dell’ambiente. In questo senso la CIPRA si è già più volte rivelata un partner affidabile dei Comuni alpini, ad esempio con la costituzione della Rete dei Comuni «Alleanza nelle Alpi».

Anche per gli enti locali la politica alpina non è più quella di una volta, quando spesso era concentrata solo sullo sfruttamento sistematico. «Lavorare in rete e cooperare non significa necessariamente consenso a tutti i livelli» prosegue Siegrist. La Convenzione delle Alpi copre le spalle alle regioni di montagna.

La Convenzione delle Alpi sostiene lo sviluppo auspicato dalla Arge Alp in un periodo di globalizzazione. Essendo un trattato di diritto internazionale, secondo la CIPRA è un valido strumento per rappresentare gli interessi della Arge Alp insieme agli Stati alpini e ad altre Comunità simili quali Alpe-Adria (Alpi orientali) o Cotrao (Alpi occidentali) nei confronti dell’UE. Il Protocollo “Agricoltura di montagna“, ad esempio, rappresenta una base idonea per uno sviluppo sostenibile dello spazio rurale, ma aggiunge concludendo Siegrist, presidente
della CIPRA «Il potere attuativo sarebbe maggiore se la Svizzera ratificasse non solo la Convenzione quadro, ma anche i Protocolli di attuazione, come la maggior parte degli altri Stati alpini».

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