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Pronostici rispettati alla quarta Latemar Mountain Race, ultimo atto del circuito La Sportiva Mountain Running Cup, visto che a trionfare sul traguardo di Pampeago, dopo aver affrontato 25 km e un dislivello positivo di 1.680 metri, sono stati il ruandese, che vive a Siena, Jean Baptiste Simukeka e la trentina di Vigolo Vattaro, Giulia Marchesoni.

Una quarta edizione spettacolare, anche grazie ad un meteo particolamente favorevole, con 250 atleti iscritti complessivamente alle due gare proposte dall’Unione sportiva Cornacci di Tesero. Soprattutto una sfida maschile decisamente combattuta, come mai nella storia di questo evento, chiusa con la gioia della prima vittoria di un atleta africano.

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Jean Baptiste Simukeka , foto Raffaele Merler

Dopo lo start ai 1.750 metri di quota di Pampeago si sono messi subito a fare l’andatura in quattro, i favoriti della vigilia che si sono marcati a vista, ovvero il premanese Mattia Gianola, i due fiemmesi Stefano Gardener e Daniele Felicetti e il ruandese Jean Baptiste Simukeka. Il quartetto è transitato unito alla Croce Cornon (2.180 metri), così come nel falsopiano in località Bassa. Compatti fino a tre quarti della salita, nell’ascesa in cresta Gianola ha provato ad allungare passando per primo ai 2.350 del Monte Agnello, con qualche secondo su Simukeka e una decina di secondi su Gardener e Felicetti. In discesa verso Passo Feudo il copione non cambia, mentre nell’ascesa in ambiente dolomitico verso il rifugio Torre di Pisa (2.671 metri) il predazzano ha perso contatto e nel punto più alto della gara il primo a transitare è stato Gianola, dopo 1 ora e 40 di gara, precedendo di 4 secondi Simukeka, quindi di 13 secondi Gardener, mentre Felicetti ha accusato un gap 2’43”. Il gradino più alto del podio si è dunque deciso nella discesa verso Pampeago, attraverso il labirinto del Latemar, la Forcella dei Camosci e nei pressi della stazione a valle della seggiovia Oberholz. Ma soprattutto nel tratto pianeggiante, dove il ruandese tesserato per il Gs Orecchiella Garfagnana è riuscito a far girare le gambe più velocemente rispetto a Gianola, staccandolo e andando a vincere con il tempo di 2 ore 20 minuti 13 secondi, migliorando il suo personale a questa gara di un minuto rispetto al 2020, quando giunse secondo dietro al recordman Daniel Antonioli. A soli 10 secondi è poi giunto Mattia Gianola del team Valtellina: il teserano della Cornacci ha concluso a 4’23”. Seguono in quarta posizione Daniele Felicetti a 6’18”, quindi il trentino di Vigolo Vattaro Andrea Debiasi, il premanese Luigi Pomoni, il gardenese Georg Piazza, il trevigiano Luigi Pomoni e il trentino Enrico Cozzini.

Podio maschile , foto Raffaele Merler

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La gara femminile ha visto sempre in testa Giulia Marchesoni. La sondrina Denise Scherini le è rimasta agganciata fino al Monte Cornon, ma da quel punto in poi i distacchi sono via via aumentati. Al transito al rifugio Torre di Pisa il gap fra le prime due era di 1’7”, quindi a 4’9” la leader provvisoria del circuito Elisa Pallini. Posizioni che sono rimaste identiche fino al traguardo, dove la Marchesoni, tesserata con la stessa società di Simukeka, è giunta dopo 2 ore 58 minuti 4 secondi di gara. Argento, a 3’40” per la Scherini, che si è così laureata neo campionessa del circuito La Sportiva Mountain Running Cup, quindi ad oltre 9 minuti ecco la brianzola di Desio Elisa Pallini, quarta Anna Lena Hofer, davanti ad Elena Sassudelli e Monica Vagni.

Per quanto riguarda le vittorie di categoria Giulia Marchesoni ha vinto la categoria senior, Laura Bello la over 50, Jean Baptiste Simukeka la senior maschile, Stephan Tassani Prell nella over 50, Fabio Varesco nella over 60, Vannileo Michielazzo nella over 70.

Podio femminile , foto Raffaele Merler

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Gran chiusura nel pomeriggio con le premiazioni di categoria e de La Sportiva Mountain Running Cup, che ha festeggiato il decimo compleanno con ospite d’onore il pluri recordman altoatesino Urban Zemmer. Successo nel circuito per Jean Baptiste Simukeka con 328 punti, davanti a Luigi Pomoni con 208 e a Christian Modena con 190. In campo femminile identico score per Denise Scherini ed Elisa Pallini con 268 punti, ma vittoria finale per la sondrina in virtù della più giovane età. Terza con 198 punti Monica Vagni.

Successo anche per la prima edizione della nuova versione light, la Latemar Trail Experience sulla distanza di 15 km e un dislivello positivo di 730 metri. In campo maschile è giunta un’affermazione straniera, grazie al francese Vincent Loustau, che ha impiegato 1h11’21” a concludere la prova, davanti al valtellinese Alex Rigo e al gardenese Luca Clara, mentre al femminile il successo ha arriso all’atesina Ingrid Demanega con il tempo di 1h38’41”, davanti alla trevigiana Laura Bello e alla fiemmese Alberta Pellegrini.

Giulia Marchesoni taglia vittoriaosa il traguardo , foto Raffaele Merler

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Hanno detto

Jean Baptiste Simukeka: «Finalmente è arrivata una vittoria alla Latemar Mountain Race dopo il secondo posto del 2020. È stata una gara molto combattuta con Mattia Gianola molto competitivo soprattutto in salita e sempre a fare l’andatura. Anche in questa occasione ho fatto valere la mia superiorità in discesa, dove sono riuscito a staccare l’avversario e a trionfare con una doppia gioia, vista l’affermazione sia nella gara sia nel circuito La Sportiva».

Mattia Gianola: «Sono arrivato in Val di Fiemme in buona forma ed ho cercato subito di impostare un ritmo elevato, con Simukeka sempre attaccato. Ho provato in più di un’occasione ad allungare, ma il ruandese era in ottima condizione. Negli ultimi cinque chilometri con nervosi saliscendi sapevo che il rivale, venendo dalla strada, aveva qualche carta in più da giocarsi rispetto a me. È riuscito a prendermi una decina di metri e non sono più riuscito a farmi sotto. Complimenti a lui. In ogni caso gran bella gara, in un contesto straordinario come le Dolomiti del Latemar. Tornerò di sicuro».

Stefano Gardener: «Adesso che ho abbandonato la nazionale italiana di sci di fondo mi posso dedicare e preparare per le sfide di corsa in quota. Poi la Latemar è la gara di casa, organizzata dalla società che sportivamente mi ha fatto crescere e verso la quale ho una riconoscenza infinita. Ho dato il tutto per tutto come è nelle mie caratteristiche, soffrendo in discesa, e ne è uscito un terzo posto finale come lo scorso anno. I due davanti erano decisamente imprendibili. Sono molto soddisfatto per essere salito sul podio».

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Giulia Marchesoni: «Prima del via ho subito avuto buone sensazioni, poi questa tipologia di percorso con sali e scendi è quella che più mi piace e dove riesco ad esprimermi al meglio. Sono decisamente felice per questa vittoria, anche perché mi sono divertita molto. Io ho cercato di partire subito con un buon ritmo, staccando le avversarie. Denise nella prima salita non era distante, ma poi ho allungato in discesa. Non nascondo che ho avuto un po’ di paura nella discesa dalla Forcella dei Camosci, dove sono scivolata e pensavo di essermi scavigliata. Per fortuna nulla di grave, ed eccomi vittoriosa sul traguardo».

Denise Scherini: «Sono soddisfatta della mia prestazione in una gara impegnativa, tecnica e molto spettacolare. La Compagnoni era davvero irragiungibile oggi. Per la generale del circuito non pensavo di vincere per la discriminante dell’età. Sono felice, anche se la vittoria finale se la meritava Elisa, per tanti motivi».

Elisa Pallini: «Devo fare i complimenti agli organizzatori. Per me questo percorso è fra i più belli in assoluto. Io ho dato il massimo, pur confrontandomi con atlete più giovani e considerando che ho deciso di dedicarmi anche al triathlon quest’anno. Non avevo le forze per raggiungere chi mi ha preceduto. Nel circuito sono arrivata ex aequo e va bene così».

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Alan Barbolini (presidente Us Cornacci): «Siamo molto soddisfatti di questa edizione della Latemar Mountain Race, baciata dal bel tempo. Eravamo curiosi del riscontro che ci avrebbe dato la versione experience sul tracciato ridotto e, considerando l’esordio della proposta, è stato positivo e il nostro obiettivo è farla crescere. Per la gara regina abbiamo avuto qualità e quantità anche quest’anno. Felicissimi».

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