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Beppe Cuc: «Maestri di sci e comparto montagna abbandonati e umiliati. Meritiamo rispetto e serietà»

Collegio Maestri sci valle d'Aosta

Riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione del Collegio Nazionale dei maestri di sci della Valle d’Aosta: “Appresa la notizia che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali, ufficializzata alle ore 19:00 del 14 febbraio 2021 per mezzo di un comunicato stampa del Ministero della sanità, il Collegio intende esprimere tutto il suo sgomento e la disarmante situazione di abbandono che sembra voler solamente penalizzare la montagna, i suoi operatori e in particolare i maestri di sci italiani”.

Il presidente Beppe Cuc esprime una posizione chiara: «Ancora una volta i maestri di sci italiani e la montagna nel suo complesso sono stati abbandonati e umiliati da una comunicazione tardiva, che non ha rispetto per il lavoro di tante persone che in questi giorni si sono adoperati per una riapertura in sicurezza, investendo denaro e sacrifici. Per i maestri di sci italiani il rispetto per le cose e le persone rappresentano la luce guida ed è proprio questo a essere inesorabilmente e tristemente mancato. La montagna merita rispetto e serietà. Ora ci aspettiamo un concreto e immediato impegno per ristorare la categoria, tenendo conto di questo ultimo umiliante schiaffo».

Aggiungiamo che, se si erano evidenziate delle criticità nei protocolli sanitari elaborati e approvati dal CTS, queste sarebbero dovute essere poste in evidenza per tempo. Inoltre se i dati relativi alla pandemia da Covid-19 in Italia non consentono la riapertura di un settore, perchè questa decisione viene comunicata alle 19 della sera precendete il giorno di riapertura? Una situaizone di questo tipo genera un leterale schiaffo a uomini e aziende che si sono impegnati per una ripresa di un settore strategico perm l’economia nazionale.

Ecco la presa di posizione netta del Presidente della FISI, Flavio Roda rilasciata nella serata di ieri, appreso della firma dell’ordinanza che imponeva la non riapertura degli impianti: “Ancora una volta la tempistica dell’informazione sembra non aver rispetto per gli italiani che lavorano – ha detto Roda -. La scorsa settimana il Cts ha dato l’ok alla riapertura delle stazioni adesso ci troviamo alle 19.30 della sera prima della riapertura con questa ordinanza che chiude tutto. Le stazioni hanno investito molto per preparare piste, assumere personale, per organizzarsi con gli albergatori. Sono stati investiti moltissimi soldi e ancora una volta il nostro mondo viene duramente penalizzato. Ci vogliono più serietà e più correttezza. Solo lo sci infetta?”.

Il Presidente AMSI Nazionale Maurizio Bonelli: “La decisione del Ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti! AMSI, l’Associazione Maestri Sci Italiani, si unisce al Collegio Maestri di Sci Italiani nel denunciare la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e al mondo della montagna in generale. La modalità e la tempistica di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell’attività dei maestri di sci è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020. Come non mai, in questo momento ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro! Ora ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato perché gli oltre 15.000 maestri di sci italiani, dopo tutto questo ‘tira-molla’ delle nostre istituzioni, rimarranno fermi senza lavoro per quasi 21 mesi, da marzo 2020 a dicembre 2021, se si potrà riprendere nel dicembre prossimo”.

Sci, la rabbia degli impiantisti ANEF: “Basta tira e molla. La data del 5 marzo è una ulteriore presa in giro. Dal nuovo governo ci aspettiamo un’applicazione immediata degli indennizzi”

“E’ stato lo Stato che ci ha dato il via libera” – dice Valeria Ghezzi, presidente ANEF, Associazione Italiana Esercenti Funiviari – naturalmente nel pieno rispetto delle normative. Siamo furiosi, sembra una presa in giro. Ci aspettiamo almeno che l’ultima frase del comunicato stampa del Governo abbia un’applicazione immediata e urgente”. La frase in questione è quella che fa riferimento agli indennizzi: “Il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori”.

“Non sono più tollerabili queste modalità, è stato assurdo apprendere oggi a mezzo stampa che domani non apriamo. Auspichiamo almeno che i ristori promessi arrivino in tempi strettissimi” – spiega Giampiero Orleoni, presidente ANEF Piemonte.

“Allo Stato abbiamo chiesto chiarezza: regole, indennizzi, abbiamo bisogno di sapere. Da parte nostra, allo Stato abbiamo dimostrato il pieno rispetto, ma deve essere reciproco. E non è rispettoso dello sforzo di tanti imprenditori e di tanti lavoratori questo tira e molla che economicamente è già un disastro per tutta la filiera e per tutto il mondo della montagna” dice da Cortina dove si stanno disputando i Mondiali, Renzo Minella, presidente di ANEF Veneto.

“C’è rabbia tra gli associati: ANEF rappresenta il 90% delle aziende funiviarie italiane, distribuite sia nei territori alpini, sia in quelli appenninici ed è la prima ed unica Associazione degli imprenditori funiviari riconosciuta e aderente a Confindustria – perché questo a cui ci stanno sottoponendo è un gioco al massacro che non può che generare rabbia. Perché se oggi ci dici di aprire e noi assumiamo, domani non ci puoi dire di stare chiusi: non è rispettoso né per chi ha assunto né per chi è stato assunto” incalza Massimo Fossati, presidente ANEF Lombardia.

Anche se in Lombardia, Veneto e Piemonte i rispettivi presidenti di regione hanno firmato le ordinanze per le riaperture e le date sembravano certe, si apprendono ora i dubbi legati principalmente al parere del Comitato tecnico scientifico (CTS) che – ha fatto sapere – sconsiglierà al governo di riaprire le piste anche nelle zone gialle a causa della preoccupante diffusione delle varianti del coronavirus.

“Gli impiantisti hanno sempre lavorato nel pieno rispetto delle regole – conclude Valeria Ghezzi – Al nuovo governo guidato da Mario Draghi chiediamo risposte chiare. Per la salute degli italiani in primis, ma anche per il nostro mondo ormai al collasso economico. L’ultima frase del comunicato diffuso dal Governo è l’unica che ci aspettiamo venga veramente rispettata. E’ ora di passare dalle parole ai fatti. Ringraziamo i Ministri Giorgetti e Garavaglia che dichiarano che gli indennizzi alla montagna devono avere priorità assoluta”.

Luca Moretti, Presidente di APT Livigno: “Quello che più dispiace è vedere come il Governo non abbia avuto rispetto del nostro lavoro e delle centinaia di migliaia di euro spesi nelle ultime settimane per riuscire a riaprire tutto. Non si parla solo degli impianti, ma anche di tutte quelle attività ricettive e commerciali, dei ristoranti, delle scuole sci e di tutta la macchina che la neve muove. Tutti hanno fatto i loro investimenti per arrivare pronti ad oggi: più che chiedere ristori, bisognerebbe chiedere i danni in questa situazione.

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