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Gli amanti della Val Gardena e della Val di Fassa lo conoscono e gli appassionati di montagna ne hanno sentito parlare per le celeberrime imprese alpinistiche. Stiamo parlando del Sassolungo, montagna simbolo delle vallate ladine, rinvenibile nei toponimi sin dal 1770 come "Lang Kofel", "pietra lunga" per l'appunto, che si erge maestosa nel cielo sino ai 3181 metri di quota.

La vetta del Sassolungo fu scalata per la prima volta nel 1869; il 13 agosto di quell'anno l'austriaco Paul Grohmann e le guide Franz Innerkofler e Peter Salcher, riuscirono a vincere la suprema roccia che fino a quel momento aveva "resistito" agli attacchi di numerose cordate. L'odierna via normale ricalca, per un tratto, proprio la prima via di salita.

Per la salita della parete nord bisognerà aspettare l'estate del 1936, quando l'impresa venne compiuta dalla coppia Gino Soldà e Franco Bertoldi. Reinhold Messner fu il primo ad eseguire una "solitaria" nel 1969. Di Kurt Walde e Toni Zuech la prima invernale nel 1985.

La montagna ha continuato ad attirare alpinisti da ogni parte d'Europa fino ai giorni nostri. Anche nel 2013, nel mese di gennaio, è stata aperta una nuova via, "La Legrima" (WI6 M6 V+, 2 passi A0) dalle guide alpine del gruppo Catores Adam Holzknecht e Hubert Moroder. Si tratta di un'ampia linea di ghiaccio e misto che si sviluppa lungo la parete Nord del Sasso, a lungo tentata dalla compagine internazionale degli ice climber.

E a chi rimane nel fondovalle, il Sassolungo offre un'imponente spettacolo della natura. La montagna si presenta maestosa dagli abitati di Santa Cristina e Selva di Val Gardena, mentre offre viste diverse, più armoniche, dall'Alpe di Siusi e da Passo Sella. Nel corso del mese di dicembre sulla pista Saslong si disputano le gare della Coppa del Mondo di sci alpino e gli sciatori affrontano la pista all'ombra del mitico dento roccioso.

In Val di Fassa, sul versante opposto, la montagna propone una cresta a forma di cinque dita, una conformazione peculiare che ha ispirato anche la stesura di una fiaba.

Nel 2009 l’Unesco aveva dichiarato le Dolomiti come patrimonio da tutelare e oggi, a gran voce, si chiede che anche il Sassolungo rientri nel Patrimonio dell'Umanità.

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