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Dopo tanti mesi di preparazione da parte di un gruppo di lavoro fortemente legato ai ricordi di Karl, lo scorso 6 luglio, si è svolta con grande successo la 2a edizione del Karl Unterkircher Award. Per quest’occasione si sono ritrovati a Selva di Val Gardena importanti protagonisti dell’arrampicata come Simone Moro (Italia), Nicolas e Olivier Favresse (Beglio) Marina Kopteva, Galina Chibitok e Anna Yasinskaya (Ucraina) e i membri della giuria Dr.Med. Oswald Oelz (Presidente della giuria), Silvio (Gnaro) Mondinelli, Christoph Hainz, Ivo Rabanser e Carlo Caccia, giornalista di riviste di montagna. Tra gli ospiti d’onore spiccava il leggendario Kurt Diemberger e gli sherpa Temba e Subin che conoscevano personalmente Karl.

Sul palco è stato chiamato il trio femminile Marina Kopteva, Galian Chibitok e Anna Yasinskaya (Ucraina) che hanno vinto il premio d’onore “Karl Unterkircher Award 2012”.

La giuria ha sottolineato che, oltre a voler premiare lo stile pulito, il premio vuole dare un contributo significativo allo sviluppo dell’alpinismo femminile. A loro è stato consegnato l’award – una pietra di dolomia che rappresenta il Sassolungo con il volto di Karl, fatta a mano da Gerold Moroder (del peso di 12 kg) – e un premio in denaro di Euro 2.000,00. Gli altri nominati hanno ricevuto lo stesso premio in dimensione più piccola e un premio in denaro di Euro 1.500,00 ciascuno.

Anche gli Sherpa Temba e Subin, che all’epoca conoscevano Karl personalmente e che per questo sono venuti appositamente dal Nepal, hanno dato il loro contributo a questa serata presentando il progetto di assistenza sanitaria “Sagarmatha” (link: www.sagarmathainternational.org)  nella zona di Thulopakar, in Nepal. Sono alla ricerca di volontari e assistenti qualificati e, in caso di interesse, si puà contattarli tramite il loro sito. Alla fine hanno distribuito il “Chata”, una sciarpa di seta bianca che significa felicità, amicizia e partecipazione.

Non poteva mancare, quale chiusura finale di questa seconda edizione del “Karl Unterkircher Award”, un discorso da parte di Kurt Diemberger, che ha ricordato l’importanza di questo premio quale segno di apprezzamento per l’alpinismo, ma soprattutto come modo per non dimenticare “il nostro Karl”.

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