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Sulle Alpi austriache sorge ora “La Casa del Futuro” (“Haus der Zukunft” ), recentemente inaugurata dal Club Turistico Austriaco, il primo esempio di casa passiva* d’alta montagna. Si tratta del rifugio Schiestlhaus am Hochschwab, a 2153 metri di quota, costruito nell’ambito del programma “Casa del Futuro”, su iniziativa del ministero dei trasporti.



Ciò che rende la “casa – rifugio” unica è rappresentato dall’impostazione ecologica dello stabile, che si basa sulla costruzione in legno secondo gli standard della casa passiva, sulla gestione energetica autarchica – grazie all’utilizzo di collettori solari per ottenere acqua calda e di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica – sul trattamento biologico delle acque reflue e sull’utilizzo ottimale dell’acqua piovana.



La Schiestlhaus è un prototipo di edificio autarchico dal punto di vista energetico. Non pionieristica, visto che già sulle Alpi grigionesi, la produzione di energia pulita è quasi all’ordine del giorno. E per restare in tema, la Capanna Monte Rosa, meglio conosciuta come Bétemps, è un altro esempio: l’unico rifugio sul versante svizzero del Monte Rosa a 2957 metri di altezza, a breve, lascerà infatti il posto ad un nuovo rifugio, un gigantesco quarzo con la punta smussata, innovativo nella forma e nella funzionalità, autonomo al 90% per la produzione dell’energia.





*Cos’è una casa passiva:

Tecnicamente le “case passive” sono tutti quegli edifici che presentano un particolare standard costruttivo basato sull’integrazione di tecnologie e materiali appropriati, che assicurano una sensibilissima riduzione dei consumi energetici.







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