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Marco Pelfini "Pelfo", giovane Guida Alpina di Verbania, era partito poco dopo le ore 2 dal rifugio dei Cosmiques, a 3.613 metri di quota, sul versante francese del Monte Bianco. La nottata era fresca e serena, le condizioni ideali per salire la montagna. Ma intorno alle 3.15 una valanga di enormi dimensioni lo ha travolto insieme a suoi due compagni di cordata.

"Stavamo camminando alla luce delle lampade frontali, da poco più di un'ora avevamo lasciato il rifugio. La notte era serena" racconta Marco raggiunto telefonicamente nel pomeriggio di domenica 24 agosto "ma all'improvviso ho udito un boato e subito ho pensato ad un crollo dall'alto. In un istante sono stato travolto da una massa di neve e ghiaccio e ho cominciato a lottare, per cercare di rimanere a galla in una sorta di mare che mi trascinava. "Mi salvo, mi salvo, devo riuscire ad emergere dalla neve" ho continuato a ripetere. Poi ad un tratto" prosegue Marco Pelfini "tutto si è fermato e facendomi forza con la piccozza sono riuscito a uscire dalla neve. I mie due compagni erano salvi. Sentivamo le urla di altre persone: le abbiamo raggiunte e ne abbiamo estratte 4 vive dalla neve. Sembrava di essere in un film thriller".

Marco Pelfini se l'è cavata con una serie di contusioni, una ferita al naso e un grande, grande spavento: la sua compagna di cordata ha riportato una ferita alla testa. Contuso anche il terzo membro della spedizione. "Mi rendo conto di essere un miracolato" ha sottolineato Marco "perchè sul Mont Blanc du Tacul, in quel tratto che obbliga le cordate a fare uno slalom tra seracchi e crepacci, si è staccato un castello di ghiaccio. Una massa enorme, grande quanto un condominio di vari piani".

Il bilancio della tragedia consumatasi nella notte sul Mont Blanc du Tacul, lungo la via normale del versante francese, è di tre feriti e otto dispersi. Tra di essi si contano cinque austriaci e tre svizzeri.
L'intervento degli uomini del soccorso alpino francese è stato immediato, ma nel corso della mattinata di domenica le ricerche hanno subito una battuta d'arresto: la temperatura, in continua ascesa, esponeva le squadre di ricerca al pericolo di nuovi crolli. Impossibile mettere a repentaglio la vita di altre persone.

Le possibilità di trovare altri uomini vivi, diverse ore dopo il tragico evento, sono ormai nulle. Il distacco verficatosi sul seracco sommitale del Monte Bianco è stato di dimensioni considerevoli: un fatto non eccezionale, a detta degli esperti, ma praticamente impossibile da prevedere. Esso ha trascinato con sè, verso valle, una enorme massa di neve, generando una valanga con un fronte vicino ai 200 metri.

Il pensiero va alle vittime e ai feriti, ma anche alle centinaia di persone scampate al pericolo: se la valanga fosse caduta poche ore dopo,  avrebbe travolto centinaia di alpinisti che abitualmente, a partire dalle ore 8, con l'apertura della funivia, in queste belle giornate di fine estate percorrono la via normale francese che sale sul Bianco.

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